Incidente Villapiana, autista camion con tasso alcolemico elevato. E’ in carcere
Il tragico scontro tra un camion ed un autobus verificatosi all’alba di domenica, sulla Ss 106 (superstrada) tra Trebisacce e Villapiana e che è costato la vita ad un ragazzo di soli 12 anni e ad una mamma di 56 anni, oltre a 17 feriti più o meno gravi, oggi ha una causa sicura e accertata che rende ancora più tristi i contorni della tragedia che ha coinvolto gli emigrati calabresi che tornavano dalla Svizzera e che viaggiavano sul pulman: dalle analisi eseguite a carico dell’autista del camion che ha provocato la collisione col pulman, è risultato che era di 3.0, contro il limite consentito di 0.5, quindi ben sei volte superiore alla norma, il tasso alcolemico assunto dall’autista bielorusso di 33 anni.
Un incidente che ha quindi un movente sicuro e purtroppo non raro, che non fa altro che accrescere il dolore dei parenti delle vittime e che, tutto sommato, giustifica la reazione a caldo dei passeggeri del pulman che hanno tentato nell’immediato di aggredire l’autista che si è dovuto asserragliare nella cabina del camion. Questi, secondo il racconto di chi è arrivato per primo sul luogo dell’incidente, pur stordito dall’alcool, deve aver realizzato subito il guaio che aveva combinato, tanto che lo hanno visto mettersi le mani nei capelli prima di chiudersi nella cabina e salvarsi dal linciaggio.
L’autista, difeso da un legale di Messina, si trova tuttora in carcere presso la casa Circondariale di Castrovillari in attesa che il Gup si pronunci circa la convalida degli arresti. Attestati di riconoscenza, invece, da parte dei sopravvissuti, nei confronti dell’autista del pulman Vito Lia che, con perizia e prontezza di riflessi, ha effettuato una repentina virata verso destra del pulman evitando lo scontro frontale col camion. Tutti hanno capito che sarebbe stata una tragedia immane, come quella consumatasi ieri in Irpinia.
Restano tuttora stazionarie, ma sempre gravi, le condizione del ferito più grave, la signora Lucia Astorino, 57 anni, che è stata ricoverata con l’eli-ambulanza presso il “Pugliese” di Catanzaro per essere sottoposta ad un difficile intervento di saturazione e ricostruzione del cranio, letteralmente tranciato dai vetri del pulman mandati in frantumi nel terribile impatto col camion. Il destino della povera signora di Mesoraca (KR) è dunque nelle mani dei medici. La sorte è stata invece più terribile per la povera mamma di 56 anni deceduta nell’incidente insieme al ragazzino di 12 anni che al suo paese adottivo di Marchirolo (VA) faceva il chierichetto e che non vedeva l’ora di ritornare a Sersale (CZ), il paese dei suoi genitori e dei suoi nonni. Le salme delle due vittime, accompagnate da tutti i parenti hanno lasciato in queste ore l’obitorio del CAPT di Trebisacce per i funerali.
Pino La Rocca