Nettuno, Alto Jonio si lecca ferite. Sindaco di Amendolara: «Protezione civile non funziona»
Il ciclone Nettuno lascia la sua firma, eccome, sull’Alto Jonio cosentino, dopo due giorni di pioggia battente, forti raffiche di vento, fiumare in piena e mari in tempesta. Ed ecco una prima stima dei danni lasciati dalla perturbazione, un bilancio pesante che si mostra agli occhi della popolazione già dalle prime luci del giorno.
Roseto Capo Spulico si lecca le ferite lasciate da Nettuno su tutto il territorio, dilaniato sia dalla forza del mare, sia dalla pioggia incessante scesa nelle ultime 48 ore. Punto di maggiore criticità è il lungomare della Città delle Rose, letteralmente invaso dal mare e segnato dal passaggio delle onde. Le barriere frangiflutti poste a difesa della costa hanno retto bene i colpi dello scirocco, proteggendo bene la zona centrale abitata del lungomare, anche se in altri punti di maggiore criticità hanno potuto ben poco di fronte alla forza del mare, che ha anche eroso gran parte dell’arenile e invaso le abitazioni e le attività commerciali a ridosso del lungomare. Gli stabilimenti balneari sono in gran parte distrutti e a fatica si sta cercando di mettere in sicurezza le strade e ripristinare la viabilità. Disagi alla circolazione anche nelle zone rurali, interdette al traffico a causa delle avverse condizioni meteo, e al centro storico, dove l’incedere della pioggia ha causato il cedimento del manto stradale della strada che congiunge la borgata marina al paese, costringendo l’ufficio tecnico comunale alla chiusura totale di questa importante arteria viaria.
A Villapiana il maltempo, le forti perturbazioni delle ultime 48 ore hanno provocato numerosi danni. Danneggiati i due lungomari, la viabilità sotto ferrovia, con una strada portata via dalle mareggiate e numerosi allagamenti, mentre l’esondazione del torrente Satanasso ha provocato diversi danni in tutto il territorio comunale. Situazione critica anche a Trebisacce, dove il mare ha eroso tutta la spiaggia, reso impraticabili strade e marciapiedi, danneggiato i piloni di sostegno e il piano stradale del pontile. Sul posto si sono recati il sindaco di Trebisacce Mundo, con alcuni amministratori e tecnici comuali per effettuare una prima ricognizione dei danni subiti.
Anche Amendolara presenta un conto salatissimo in seguito al passaggio del Ciclone Nettuno. Il Paese delle mandorle ha riscontrato numerosi danni nelle diverse zone cittadine. Dall’esondazione del torrente Straface (che ha rischiato di straripare sull’abitato) a quello del fiume Ferro. Danneggiate anche le pompe di sollevamento del depuratore. E’ crollata una parte della mura di cinta del Castello Federiciano risalente al secolo VIII-IX.
Ma nel cielo sereno della quiete dopo la tempesta, tuona il sindaco di Amendolara, Ciminelli, a denunciare un sistema di protezione civile che non funziona. «Credo che la Protezione Civile – spiega Ciminelli – non è qualcosa che basti istituire per legge. Istituire dall’alto non può significare, come sta succedendo anche in questo caso, solo uno scarico di responsabilità. Gli interventi non si fanno sulla carta ma vanno adeguati alla vastissima e variegata morfologia dei territori italiani. I comuni non possono essere abbandonati a se stessi. La situazione disastrosa degli enti è tristemente nota. Così come pure il dissesto idrogeologico in cui versa tutto il territorio, una situazione drammatica che non può essere affrontata con i soli scarsissimi mezzi a disposizione sui territori».
Giovanni Pirillo
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