Macabra vicenda a Trebisacce. Uomo ucciso e fatto a pezzi. Interrogata la figlia
Ucciso, fatto a pezzi e accuratamente sistemato all’interno di alcuni scatoloni pronti per essere smaltiti. La vittima, un anziano signore di nome Riccardo Chiurco, 72 anni, residente a Trebisacce ma proveniente da San Demetrio Corone dove, prima di andare in pensione, aveva svolto per lunghi anni la professione di insegnate di lettere. Dopo la morte della moglie trebisaccese, avvenuta qualche anno addietro, l’anziano docente viveva con la figlia Stefania di 37 anni, iscritta alla facoltà di Medicina all’università di Perugia che però, dopo la morte della mamma, viveva stabilmente in compagnia del padre in uno stabile di proprietà sito in via Gabriele D’Annunzio, accanto ad una nota farmacia del posto.
Da un po’ di tempo però dell’anziano docente, persona cordiale e distinta che era solito passeggiare insieme alla figlia e intrattenersi di tanto in tanto con i proprietari della farmacia, si erano perse le tracce e nessuno riusciva a spiegarsi dove fosse finito e perché le imposte della loro abitazione fossero quasi sempre ermeticamente chiuse. Gli stessi parenti, ed in particolare il fratello della vittima residente a San Demetrio Corone non riuscivano da circa un mese a mettersi in contatto con lui e pare che ogni volta la figlia, rispondendo al telefono, cercasse di depistare lo zio dicendo che il padre non c’era ed era partito. La cosa si era ripetuta più volte a partire da oltre un mese, tanto da insospettire sia i vicini che il fratello della vittima che mercoledì mattina, rotti gli indugi e spinto anche dai vicini di casa, si è recato presso la Caserma dei Carabinieri di Trebisacce per sporgere denuncia di scomparsa del fratello.
I militari dell’Arma, al comando dei marescialli Vincenzo Bianco e Natale La Bianca, subito dopo aver registrato la denuncia, intorno alle ore 13.00 di mercoledì si sono recati presso la loro abitazione per cercare la persona scomparsa e per sentire se la figlia Stefania fosse in grado di dare delle indicazioni. Quest’ultima però, alla vista dei militari, pare abbia opposto resistenza a farli entrare all’interno dell’abitazione pretendendo l’esibizione del “nulla osta” del Magistrato. La cosa ovviamente ha ulteriormente insospettito i militari, soprattutto quando hanno scoperto nell’androne di casa alcuni scatoloni, pare 4 o 5, accuratamente chiusi e sigillati con nastro adesivo da cui la figlia Stefania tentava di tenere lontani i militari. Questi però, mentre la figlia cercava di impedirne l’apertura, con la collaborazione dei Vigili del Fuoco Volontari di Trebisacce, hanno aperto il più voluminoso degli scatoloni ed ecco la macabra scoperta: al suo interno, avvolto in una grossa busta di plastica e cosparso di calce bianca e di borotalco per eliminare cattivi odori, ecco comparire un pezzo di corpo umano che il medico legale dell’Asp di Cosenza dottor Francesco Giuseppe Leone, convocato sul posto, identificava come la parte superiore di un addome umano.
[smartads]Il resto di quel corpo doveva quindi trovarsi, ridotto in pezzi, negli altri scatoloni, che ovviamente sono stati posti sotto sequestro in attesa dell’arrivo dell’autorità giudiziaria. La figlia Stefania, che al momento sembra l’unica sospettata dell’orribile misfatto, è stata subito presa in consegna dai militari dell’Arma e condotta presso il Comando Compagnia di Corigliano dove è stata sottoposta ad un lungo interrogatorio. Sul posto, per incanalare le indagini nel migliore dei modi, sono giunti i Carabinieri del Nucleo Speciale che hanno provveduto ad effettuare tutti i rilievi scientifici ed a repertare i pezzi del corpo dell’uomo che risultavano tutti avvolti in sacchi di plastica, sia per rilevare eventuali impronte digitali che per verificare l’eventuale assenza di qualche altra parte del corpo. Per tenere lontani i curiosi e per formare un autentico cordone di sicurezza sul posto sono confluite anche altre Forze dell’Ordine, tra cui i Vigili del Fuoco di Rossano e di Castrovillari che hanno provveduto a blindare l’intera area al fine di agevolare gli accertamenti coordinati dal Magistrato dottoressa Sabrina Fonte-Basso del Tribunale di Castrovillari. Sull’orrendo delitto, che ovviamente ha scosso l’opinione pubblica anche perché viene a breve distanza di tempo da altri fatti di cronaca in negativo che hanno portato alla ribalta la cittadina jonica negli ultimi tempi, non si è espresso nessuno, tanto che sul tappeto esistono solo ipotesi e dubbi che la tragedia si sia consumata all’interno di un rapporto difficile tra padre e figlia. Lo stesso Colonnello Francesco Ferace comandante provinciale dell’Arma, arrivato sul posto insieme al Capitano dei Carabinieri di Corigliano Pier Paolo Rubbo, non si è sbilanciato limitandosi solo a brevi notizie di cronaca.
Pino La Rocca