Nei giorni scorsi il mare, sotto la spinta dello scirocco, è tornato infatti ad alzare la voce ed a dare prova della sua potenziale forza devastatrice, mettendo in allarme i pescatori che ancora una volta hanno dovuto tirare a secco (sul Lungomare) le reti e le barche e ricordando a tutti gli abitanti del Lungomare ed ai proprietari dei lidi i gravi danni inferti ed i pericoli corsi negli anni scorsi.
A caldo sono state collezionate foto, girate riprese filmate e redatto un lungo elenco di danni che sono poi stati trasmessi, a suffragio della richiesta di interventi urgenti, al Ministero (Opere Marittime), alla Regione (Protezione Civile) ed alla Provincia (Ufficio del Territorio). Finora però nessun intervento è stato disposto e finanziato. In realtà interventi sostanziosi ed anche incisivi sono stati realizzati altrove (Montegiordano, Roseto Capo Spulico…), ma Trebisacce anche questa volta è rimasta a secco. E’ vietato, certo, soprattutto in questa fase critica delle finanze pubbliche, tornare a parlare della costruzione di un porticciolo per il turismo da diporto e per il rifugio delle barche, per il quale sono già pronti e depositati ben due progetti, ma è legittimo pretendere che ai ricorrenti danni del mare venga posto un argine prima che la sua forza demolitrice faccia ulteriori danni.
Pino La Rocca