Il primo cittadino ha messo sul tavolo numeri spietati: oltre 2milioni e mezzo di euro il solo saldo passivo del 2012, a cui va aggiunta una massa di debiti fuori bilancio di oltre 10milioni di euro che si trascina da anni e che, secondo il sindaco Mundo, è il frutto di una gestione finanziaria allegra e superficiale e dell’andazzo generale che permetteva agli amministratori di “manipolare” i bilanci portando nei capitoli delle entrate crediti gonfiati e spesso non più esigibili. Oggi la situazione è cambiata e sulla contabilità dei comuni incombe il controllo spietato della Corte dei Conti e del Ministero degli Interni. Lo stesso Revisore dei Conti non è più scelto dall’ente ma viene estratto a sorte e non è più addomesticabile come una volta.
«Per evitare che sia la Corte dei Conti a dichiarare il dissesto del comune – ha detto Mundo – abbiamo deciso di non andare alla ricerca delle responsabilità pregresse e di impegnarci a risanare il bilancio attraverso un piano di ammortamento serio e credibile, corredato di atti formali e non di cifre campate in aria, che ci permetta di accedere al Fondo di Rotazione attraverso il quale avere dallo Stato 2/3milioni di euro di liquidità con la quale “patteggiare” con i creditori e ripulire il bilancio dei debiti del disavanzo passivo».
Ovviamente il pre-dissesto prevede un possibile innalzamento della pressione fiscale e quindi tributi maggiorati per i cittadini e inoltre sacrifici e rinunce per i dipendenti, così come gli stessi amministratori dovranno ridurre gli sprechi e dar vita ad un maggiore rigore contabile. «Da questo punto di vista – ha dichiarato ancora il sindaco Mundo – siamo già allenati perché in questi primi 10 mesi di mandato, grazie ad una gestione oculata delle risorse, abbiamo già un disavanzo attivo di 495mila euro. Ma tutto questo non basta. Ecco perché – ha concluso il primo cittadino – abbiamo deciso che al prossimo consiglio comunale proporremo di ricorrere senza indugio al risanamento finanziario come “extrema ratio” per evitare il “default”, (fallimento) dell’ente.
Pino La Rocca