Il cronista di origine calabrese vive a Roma da anni, ma a Cetraro abitano ancora la madre e la sorella, Rossella, che è sposata con il presidente del Consiglio comunale Luigi Mari. Un’altra sorella e un fratello di Ricucci vivono fuori dalla Calabria. «Stiamo bene, stiamo tutti bene – ha dichiarato Ricucci – subito dopo la liberazione. Ci hanno trattato bene e non ci hanno torto nemmeno un capello. Eravamo in mano a un gruppo islamista armato che non fa parte dell’Esercito libero siriano. E’ stato un malinteso – sottolinea Ricucci – anche perché all’inizio ci hanno presi per spie e volevano controllare quello che avevamo girato. Temevano che avessimo filmato la loro base logistica, ma ci hanno messo un sacco di tempo. In Siria – ha poi concluso lo stesso Ricucci – è in corso una guerra civile e di spie sia da una parte che dall’altra.» Sospiro di sollievo nell’intera comunità di Cetraro, luogo di origine del collega Ricucci, per la liberazione avvenuta stamani (sabato 13 aprile 2013). Il rientro in Italia dei quattro giornalisti, trattenuti in Siria, è previsto in serata.
Antonio Le Fosse