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Alto Jonio, dopo chiusura Ospedale a rischio anche Guardie Mediche

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Chiusi gli ospedali, ora si passa alla drastica riduzione delle Guardie Mediche. Nella provincia di Cosenza sarebbero infatti a rischio ben 20 postazioni di Guardia Medica, altrimenti denominate “postazioni di continuità assistenziale” e l’Alto Jonio, come sempre, è il primo a pagare dazio. Si diffonde perciò l’allarme tra le popolazioni mentre i sindaci, soprattutto quelli delle aree interne, si preparano a salire sulle barricate per difendere quel poco che rimane della sanità pubblica nella periferia della Provincia.

A Cosenza protesta anche l’Ordine dei Medici, mentre lo SNAMI, il sindacato nazionale autonomo dei medici, ha convocato i sindaci dei comuni interessati per renderli edotti «e, – si legge nella comunicazione sottoscritta dal presidente Luigi Torchia – considerato che la chiusura di alcune Guardie Mediche mette e repentaglio numerosi posti di lavoro di medici che operano da anni con un rapporto a tempo determinato e che, soprattutto, non garantirebbe ai cittadini l’assistenza sanitaria prevista dai LEA, chiediamo un incontro urgente al direttore generale dell’Asp».

La Guardie Mediche, una volta chiusi gli ospedali cosiddetti minori, restano infatti l’ultimo baluardo della sanità pubblica. Chiuderle, o accorparle tra loro, significa spogliare ulteriormente il territorio dal diritto ad essere assistiti. Il primo sindaco ad allertarsi ed a mettere in guardia i suoi cittadini è stato il primo cittadino di Cerchiara di Calabria Antonio Carlomagno, il quale ha comunicato ai suoi concittadini che lunedì sera, a margine della seduta consiliare che si terrà presso la sala “Falcone-Borsellino” nel centro storico, informerà la popolazione ed il consiglio in merito alla problematica in oggetto, nonchè sulle azioni da intraprendere in questa fase interlocutoria con il direttore generale, di concerto con tutti i 16 comuni dell’ex Distretto Sanitario di Trebisacce.

Pino La Rocca

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