Anche alla Camera dei Deputati, nel corso delle dichiarazioni di voto sulla ratifica della Convenzione di Instabul, è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo di Fabiana Luzzi. La Camera, infatti, ha ratificato, con voto unanime, la Convenzione del Consiglio d’Europa, siglata a Instanbul nel 2011, sulla prevenzione e lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica.
Tanti i palloncini, a forma di cuore, liberati in cielo all’arrivo del feretro dinanzi al palasport affollato da migliaia di persone arrivate da tutta la Calabria per dare il loro ultimo saluto, con lunghi e commoventi applausi, all’indirizzo di Fabiana vittima della violenza. Il risultato dell’autopsia è crudo nel descrivere l’estrema brutalità con cui è stata uccisa la giovane ragazza coriglianese. L’esame autoptico considera “probabile” che, come confessato dall’assassino, Fabiana sia stata cosparsa di benzina e data alle fiamme quando era ancora in vita. Questo perché nessuno dei fendenti, anche se alcuni profondi, inferti a torace, addome e schiena della ragazza, è stato mortale. Fabiana, nonostante i colpi ricevuti dal fidanzato, ha combattuto, con tutte le sue esigue forze, per strappare di mano al suo fidanzato-omicida la tanica di benzina con la quale voleva darle fuoco. Intanto da Catanzaro giunge la notizia della convalida del fermo di pubblica sicurezza emesso sabato nei confronti del diciassettenne Davide M. che, dopo essere stato interrogato per diverse ore dagli inquirenti, ha confessato di avere accoltellato e ucciso Fabiana Luzzi, la fidanzata quindicenne al culmine d’una lite per motivi di gelosia.
Per volere della famiglia, dentro e fuori il Palazzetto dello Sport di Corigliano, non c’è una foto di Fabiana. Fotografi e teleoperatori, sono rimasti fuori. Così vogliono i testimoni di Geova, fede professata in casa Luzzi. Se non ci sono immagini, ai funerali ci sono, però, migliaia di persone: oltre 5mila che, all’uscita del feretro, hanno liberato centinaia di palloncini bianchi, a forma di cuore, assieme a quelli a forma di lettere dell’alfabeto, a comporre in cielo il suo nome: Fabiana. Tanti gli striscioni, infine, di condanna verso coloro che commettono violenze, di ogni genere, sulle donne. NO al femminicidio.
Antonio Le Fosse