Vendevano liquori a base di ginseng, bambù e rose dandogli l’appellativo di “grappa”. Per questo motivo, il Corpo Forestale dello Stato , ha sequestrato, in due ristoranti cinesi di Cosenza, 25 bottiglie di liquori d’importazione cinese. La frode, in questo caso, si configura in violazione del D.P.R. n° 297/97 che letteralmente recita: “la denominazione grappa è riservata esclusivamente all’acquavite di vinaccia, ottenuta da materie prime ricavate da uve prodotte e vinificate in Italia distillati in impianti ubicati nel territorio nazionale” e del Reg. (CE) n° 110/08 il quale protegge da qualsiasi usurpazione imitazione o evocazione le indicazioni geografiche registrate nell’allegato III del Regolamento stesso. La condotta dei ristoratori cinesi dove sono avvenute le operazioni, oltre alle violazioni delle norme richiamate, potrebbe avere un risvolto anche di valenza penale, in quanto nel nostro ordinamento è contemplato il reato di “frode nell’esercizio del commercio” .
Per i sequestri preventivi adottati, sono stati deferiti all’autorità giudiziaria competente i titolari dei rispettivi esercizi di ristorazione a tutela e salvaguardia della sicurezza alimentare, settore dove sempre più frequentemente si riscontrano violazioni alle norme vigenti.