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Scalea, maxi operazione anti-mafia. In manette anche il sindaco

Scalea, maxi operazione anti-mafia. In manette anche il sindaco
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carabinieri_gazzelleNelle prime ore di oggi 12 luglio 2013, nelle province di Cosenza, Bari, Matera, Terni e Salerno 500 Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro nei confronti di 38 indagati per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione per delinquere di tipo mafioso, sequestro di persona, detenzione e porto di armi comuni e da guerra, estorsione, rapina, corruzione, turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento amministrativo, concussione, falso, istigazione alla corruzione e minaccia, tutti aggravati dal metodo mafioso. Ventuno i denunciati in stato di libertà per i medesimi reati.

In questa operazione, denominata “Plinius”, le investigazioni hanno consentito di acclarare l’esistenza di un’associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetistico denominata “Valente-Stummo” operante, nel territorio del comune di Scalea e comuni viciniori, subordinata al Locale di Cetraro facente capo alla famiglia Muto

Associazione che – dalle indagini dei Carabinieri – sarebbe riuscita, attraverso il procacciamento di voti, ad orientare le ultime elezioni amministrative, tenutesi nel marzo del 2010 presso il Comune di Scalea (CS), in favore di propri candidati che, una volta eletti, si sarebbero prodigati per l’assegnazione di concessioni e appalti ad imprese rientranti nella sfera di influenza della consorteria. Tra i destinatari delle misure cautelari figurano il sindaco, Pasquale Basile, alcuni assessori, funzionari e tecnici dell’amministrazione comunale di Scalea.

Contestualmente, con il concorso del R.O.S. Carabinieri, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili e immobili nei confronti dei vertici della cosca, di alcuni amministratori locali, imprenditori e professionisti per un valore stimato di 60 milioni di euro. I beni sequestrati sono concentrati principalmente nel versante tirrenico della provincia di Cosenza ma con significativi investimenti anche nelle regioni Umbria e Basilicata.

Nel mirino degli inquirenti sono finiti: supermercati, agenzie di viaggio, parchi divertimento, attività commerciali, appartamenti, società agricole, lidi balneari. Sequestrati anche conti bancari per più di due milioni e mezzo di euro; 2 imbarcazioni; automobili come jaguar e bmw.

v.l.c.

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