D’altra parte – hanno sostenuto i tre dirigenti del PD – se le sue intenzioni sono reali, non deve fare altro che tradurle in un Decreto, indicando chiaramente le risorse e soprattutto la dotazione organica di personale medico e paramedico da destinare alla riapertura dei due nosocomi». Secondo i tre esponenti del PD non si tratta della volontà di Scopelliti di riconoscere l’errore e di voler porci rimedio, ma di una “prescrizione” del “tavolo Massicci” che ha sollevato dubbi e perplessità circa l’equa distribuzione dei Lea ed ha imposto a Scopelliti di riprogrammare la rete ospedaliera «colmando – ha affermato Franco Pacenza –i vuoti di memoria che hanno contraddistinto il Piano di rientro che non a caso è stato prolungato di altri tre anni mentre doveva essere portato a termine entro il 2012». Mario Franchino, da parte sua, dopo aver ricordato la propria proposta degli “ospedali riuniti della Sibaritide”, ha ricordato che «la marcia indietro di Scopelliti – è stata innestata dopo che le autorità nazionali di controllo (tavolo Massicci e Agenas) hanno letto il dossier presentato dai rappresentanti istituzionali dell’Alto Jonio per il tramite del senatore Ignazio Marino che presiedeva la commissione di garanzia per gli errori nella sanità». Nel concludere l’incontro a cui, dopo la relazione di Simona Colotta, hanno dato un contributo molti sindaci e amministratori dell’Alto Jonio, il consigliere regionale Carlo Guccione ha rincarato la dose. «Si tratta – ha affermato Guccione – di una vera e propria “bufala” da parte di Scopelliti che purtroppo sta continuando sulla falsariga di Loiero. Dove troverà le risorse necessarie – ha concluso Guccione – se già ora molti ospedali sono sotto organico?».
Pino La Rocca