Il libro di Antonio Gerundino esula dal mero concetto di testo scritto, in quanto rappresenta un vero progetto di recupero del vernacolo locale attraverso il coinvolgimento dell’Istituto Comprensivo di Amendolara. Infatti, ogni capitolo del testo, impreziosito dalla copertina di Rocco Sisci, è arricchito dai disegni degli alunni e l’Amministrazione comunale ha inteso omaggiare i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa con una copia del libro che è stata consegnata loro al termine del convegno. Nel corso della discussione, moderata dal giornalista e direttore di Paese24.it Vincenzo La Camera, è stata rivaluta la figura del burattino, ascoltando l’intervento del dirigente scolastico del Liceo “Lucrezia della Valle” di Cosenza, Loredana Giannicòla, esperta di letteratura per l’infanzia.
Un lavoro, quello di Gerundino, che assume inevitabilmente contorni didattici. La scoperta della lingua dialettale per tanti giovani e meno giovani. Un dialetto che soprattutto in provincia si ritaglia ancora il suo spazio nella quotidianità, ma che spesso viene parlato in maniera errata frutto delle varie contaminazioni linguistiche che vi entrano in contatto. Grazie al testo di Gerundino è possibile avvicinarsi al dialetto corretto di Amendolara, scoprendone soprattutto la forma scritta. Tutti i capitoli sono riportati sia in italiano che in vernacolo, supportati da un breve dizionario dall’italiano al dialetto amendolarese. La valorizzazione del vernacolo, osteggiato durante il fascismo, è stato il fulcro dell’intervento del dirigente scolastico del Comprensivo di Amendolara, Walter Bellizzi, che ha rimarcato anche la necessità di rivalutare nell’ambiente scuola le lingue minoritarie, come possono essere quelle dei paesi arbereshe, numerosi nella provincia di Cosenza.
Vincenzo La Camera