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Corigliano, affonda un peschereccio di 90 tonnellate. Salvi gli uomini dell’equipaggio

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Un’immagine di repertorio del peschereccio affondato

Ieri sera (martedì) un peschereccio di 90 tonnellate e lungo 26 metri, il più grande della marineria locale, è affondato nelle acque del porto di Corigliano. La barca era ferma alla banchina, senza pescato a bordo, quando gli uomini dell’equipaggio, ormai pronti per uscire in mare, si sono accorti che il peschereccio imbarcava acqua. E’ stato dato l’allarme alla capitaneria di porto che ha fatto partire i soccorsi che però sono stati vani dato che nella barca, nonostante l’intervento anche dei Vigili del Fuoco con le pompe d’aspirazione,  si sono presto riempiti d’acqua tutti gli ambienti interni compresa la sala macchine. E nel giro di pochi minuti il peschereccio è affondato adagiandosi sul fondale a 12 metri di profondità. I quattro uomini dell’equipaggio sono stati messi in salvo dalla Guardia Costiera.

Il Capo del Compartimento marittimo, Capitano di Fregata (CP) Antonio D’Amore, come previsto dal Codice della Navigazione e dalla Legge 979/82 sulla difesa del mare, ha provveduto a diffidare il comandante e l’armatore a prendere tutte le misure necessarie per prevenire il pericolo d’inquinamento e per eliminare quello già prodotto. Nella giornata di oggi (mercoledì) sono già iniziate le operazioni con l’intervento di tecnici specializzati, sotto la supervisione della Guardia Costiera, per riportare in galleggiamento il peschereccio e tirarlo poi a secco con una gru. Alle operazioni è interessata anche l’Autorità portuale di Gioia Tauro.

La Capitaneria di porto avvierà la prevista inchiesta tecnica ed amministrativa finalizzata a verificare le cause che hanno portato il maestoso peschereccio, vanto della marineria coriglianese, ad imbarcare acqua fino ad affondare nelle acque interne del porto.

Vincenzo La Camera

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