Il consigliere regionale Gianluca Gallo, presidente della Quarta commissione consiliare spiega: «In Calabria sono circa 1.250 i lavoratori interessati da questa situazione, occupati nelle scuole di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 30 ore settimanali per garantire le attività di pulizia. Per loro, nel recente passato, era stato programmato un apposito percorso occupazionale che adesso potrebbe interrompersi drasticamente».
Alla base delle preoccupazioni, prima la direttiva con cui, sul finire del 2010, l’allora ministro Gelmini aveva stabilito di non prorogare i contratti in essere ed in scadenza, ora i tagli imposti dal Governo Letta, che ha ridotto da 550 a 390 milioni le risorse disponibili, infilando ulteriori risparmi di spesa nel Decreto “Fare”. Inevitabili quanto drammatiche le conseguenze: oltre un migliaio di lavoratori calabresi e le loro famiglie, al pari di tanti altri loro colleghi e nuclei familiari residenti nelle altre regioni meridionali, rischiano di rimanere a breve senza lavoro né fonti di sostentamento.
Eventualità di fronte alla quale le organizzazioni sindacali hanno già proclamato lo stato d’agitazione. L’esponente dell’Udc ha chiesto pertanto al presidente Scopelliti ed agli assessori regionali al lavoro ed alla pubblica istruzione «di attivarsi con urgenza per approfondire i contorni della situazione e, soprattutto, intraprendere le iniziative necessarie ed idonee a tutelare i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori in questione, coinvolgendo il Governo nazionale nella risoluzione della problematica».