Alla fine il rientro economico per il comune non supererà i 50/60mila ma euro ma sarà tutto oro colato per le casse comunali e soprattutto potrà contribuire ad incoraggiare iniziative private di residenzialità. In realtà si tratta di un primo lotto di case attualmente disabitate (in tutto sono circa 140) acquisite al patrimonio comunale negli anni ‘70/’80 dopo che le famiglie che le abitavano, a causa di uno smottamento che ne metteva a rischio la stabilità, sono state trasferite in altrettanti nuovi alloggi realizzati con fondi pubblici nel nuovo quartiere denominato “Sgrotto”.
Poi piano piano il centro storico è stato consolidato attraverso una serie di interventi strutturali ed oggi quelle antiche case popolari, abbandonate e inabitate, rischiano di perire sotto il peso degli anni. Esse possono così diventare appetibili sia per iniziative di accoglienza da parte dei residenti, sia per essere acquistate da gente di fuori che vuole crearsi una piccola residenza alternativa per godere, soprattutto d’estate, della tranquillità di un paese di raro fascino ambientale, della salubrità dell’aria e della bellezza suggestiva dell’antico borgo che, posizionato a circa 1.000 metri sul livello del mare, è adagiato tra il verde dei monti ed ai piedi delle rocciose timpe del Pollino intersecate dalle acque del Raganello.