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Trebisacce, prima uscita del candidato a sindaco Sposato: «La nostra non è una lista di centrodestra»

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Dopo la presentazione ufficiale di Franco Mundo quale candidato sindaco del centrosinistra è toccato alla lista antagonista presentare, nella sala consiliare (nelle foto), il proprio candidato sindaco nella persona di Pino Sposato, general manager delle proprie aziende il quale, fallito, come lui stesso ha dichiarato, il tentativo di dar vita ad una lista super partes,  guiderà «una lista civica di ispirazione democratica e pluralista, non di centrodestra, ma aperta a tutte le forze politiche, alle associazioni ed a quanti intendono aderire al progetto. Essa – come ha tenuto a precisare lo stesso Sposato – si propone come soggetto politico non ideologico, per realizzare una comunità fondata sulla legalità, sulla trasparenza, sul confronto e sulla imparzialità».

Dopo aver fatto l’identikit della lista, Sposato attraverso una relazione articolata ha parlato delle sue origini popolari, della propria famiglia da cui ha attinto i valori che ne hanno segnato il cammino e spiegato i motivi che lo hanno spinto ad accettare la sfida di candidarsi a sindaco di una cittadina in cui egli ha deciso di vivere, in cui risiede dal 1960 e che lo ha adottato. Ha svelato il proprio curriculum di imprenditore, “la gavetta” affrontata per far crescere le proprie aziende, insieme al fratello ed alle due figlie (un avvocato e un medico). Sposato si è quindi soffermato sui gravi problemi che affliggono la cittadina jonica e si è detto pronto ad impegnarsi con determinazione e con slancio.

Ha quindi parlato degli avversari politici a cui ha mandato segnali distensivi e di stima invitandoli ad una campagna elettorale civile e democratica in cui ci sia il rispetto reciproco. «Non è mia intenzione – ha detto Sposato dimostrando un alto senso dell’equilibrio – fare processi di responsabilità. Sarebbe un esercizio retorico, inutile e fine  se stesso». E’ importante invece, secondo Sposato, prendere atto con intelligenza dei problemi che affliggono la comunità e le impediscono di essere efficiente e dare il massimo per poterne venire  capo senza azionare poteri verticistici come si pretenderebbe da un imprenditore aduso al pragmatismo. «Si tratterebbe – ha aggiunto – di un modello scarsamente democratico, mentre la mia azienda non ha mai patito al suo interno rapporti difficili perché mi sono circondato sempre dell’affetto e della stima dei miei operai e dei miei collaboratori. Me lo ha insegnato – ha aggiunto Sposato con riferimento alla sua famiglia – mio padre, burbero maestro di vita, di estrazione contadina».

Dalla ricca relazione sono quindi emerse, oltre alle qualità manageriali, le qualità umane ed i valori di riferimento del candidato Sposato. Qualità e valori che ha ritrovato nelle due associazioni che lo hanno visto quale protagonista: il Rotary di cui è stato fondatore e presidente ad Acri prima e a Trebisacce dopo, e anche la Massoneria di cui Sposato si è detto convinto assertore e di cui fa parte fin dal 1968. Sì, Sposato non ha negato di far parte della Massoneria «che – ha dichiarato – ha meriti storici indiscutibili, ispirati agli ideali illuministici di tolleranza, libertà religiosa, libertà di pensiero, uguaglianza, fratellanza. Nessuna lobby dunque e nessun potere occulto, come mi hanno rinfacciato alcuni suoi avversari, – ma solo valori etici che si traducono in comportamenti coerenti di comprensione e di rispetto per gli altri». Al termine i giornalisti presenti hanno rivolto alcune domande a cui Sposato ha risposto in modo esauriente.

Pino La Rocca

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