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Ammodernamento Ss 106. I cantieri tardano ad aprirsi

Ammodernamento Ss 106. I cantieri tardano ad aprirsi
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L'attuale Ss 106 tra Trebisacce e Villapiana

L’attuale Ss 106 tra Trebisacce e Villapiana

Fare presto, accelerare il più possibile le procedure burocratiche per anticipare il più possibile l’inizio dei lavori sulla S.S.106 che servono urgentemente a colmare la voragine della disoccupazione, a collegare finalmente la Calabria Jonica al resto dell’Italia ed a ridurre l’incidentalità della famigerata “strada della morte”. E’ quanto chiedono i sindaci dell’Alto Jonio che da troppo tempo attendono che su una delle zone più depresse d’Italia arrivi finalmente ristoratrice la pioggia dei finanziamenti destinati all’adeguamento della S.S. 106. Ma lo chiedono soprattutto i sindacati ed i lavoratori che annaspano ormai da tempo in una crisi di lavoro sempre più drammatica.

Si tratta, come è noto, di oltre 900milioni di euro che sono già disponibili per aprire i due grandi cantieri destinati all’adeguamento a “4 corsie” della S.S. 106 ed a completare il corridoio jonico che collega la A3 e all’autostrada adriatica mediante l’esecuzione dei due mega-progetti i cui lavori sono stati già appaltati ma tardano ad essere cantierizzati. Il primo progetto, relativo al III Megalotto, finanziato con oltre 800milioni di euro e appaltato già da diverso tempo alla Astaldi-Impregilo di Roma, è destinato ai circa 30 chilometri della S.S. 106 che va da Sibari a Trebisacce e prosegue fino a Roseto Capo Spulico ed il secondo che prevede invece la realizzazione delle “4 corsie” sulla pericolosissima Strada Statale 534 “di Cammarata e degli Stombi” finanziato con 145milioni di euro, è già stato assegnato dall’Anas all’associazione temporanea di imprese “Vidoni Spa” e “Consorzio Stabile Grecale” con sede in provincia di Udine. Tutto è pronto dunque per accendere i motori e dare il via ai lavori che, secondo i calcoli dei sindacati, dovrebbero prevedono l’occupazione di migliaia di lavoratori per alcuni anni, ma nessuno riesce a spiegarsi i motivi per i quali tutto resta maledettamente fermo.

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E’ vero che c’è da rifinire e adeguare i progetti esecutivi da parte delle imprese, che peraltro devono cercare di venire incontro alle richieste formulate dai vari comuni interessati al passaggio dell’arteria, ma i ritardi si accumulano nonostante le aspettative siano tante e crescano di giorno in giorno. Soprattutto grave, in questo momento, il problema della dilagante disoccupazione, che rischia di compromettere qualsiasi prospettiva di vita per tantissima gente senza lavoro. Secondo i sindaci del comprensorio, che nel contatto quotidiano con la gente si rendono conto delle gravi difficoltà in cui si dibattono tantissime famiglie, più passa il tempo e più le aspettative si fanno incalzanti, per cui sarà necessaria, da parte delle imprese, la massima accortezza nella distribuzione dei posti di lavoro, perché di fronte ad opportunità così rilevanti e irripetibili, c’è il rischio che il bisogno possa mettere a rischio la coesione sociale e lo stesso ordine pubblico. 

Pino La Rocca

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