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«Rossano non diventi pattumiera Calabria». La città dice NO al bando regionale per discarica Bucita

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“La città di Rossano non può e non deve diventare la pattumiera della Calabria.” Questo il grido d’allarme lanciato dal primo cittadino, Giuseppe Antoniotti, nel corso del consiglio comunale di ieri sera (mercoledì 29 gennaio 2014) alla presenza di molti cittadini e comitati spontanei.

Tutti, all’unanimità, hanno firmato il documento per dire NO al nuovo bando regionale che prevede l’arrivo di 750 tonnellate di rifiuti solidi urbani, ogni giorno, nella discarica di Bucita. Il presidente del consiglio comunale Vincenzo Scarcello, prima di fare l’appello della presenza dei consiglieri nei banchi della maggioranza e dell’opposizione, ha dato la parola all’ingegnere Flavio Stasi, in rappresentanza del comitato di Bucita, il quale ha ribadito la volontà che, qualora il bando regionale dovesse essere approvato nei prossimi giorni, saranno avviate una serie di iniziative finalizzate a bloccare i mezzi di trasporto, con all’interno i rifiuti provenienti dai comuni dell’intera provincia cosentina, in arrivo nella città bizantina. Dello stesso avviso è stato anche il sindaco Antoniotti che, nel corso del suo intervento, ha sottolineato che farà di tutto per impedire la volontà della Regione Calabria di utilizzare il capannone di Contrada Bucita per quanto riguarda lo stoccaggio e l’assembramento dei rifiuti da essere, successivamente, trasferiti, all’interno di container, al porto di Schiavonea dove, a bordo di una nave, saranno trasferiti in Olanda. Tanta la preoccupazione sia nella città di Rossano e sia nella città di Corigliano Calabro.

I cittadini, stanchi delle decisioni politiche regionali e nazionali, chiedono, a gran voce, la salvaguardia dell’ambiente circostante e, soprattutto, che sia tutelata la salute di quanti vivono nell’intera area urbana. In un territorio, ad alta vocazione agricola, sarebbe assurdo attuare un bando che prevede l’arrivo di tonnellate di rifiuti. Una decisione che, ad ogni modo, metterebbe a rischio sia il turismo e sia l’economia locale.

Antonio Le Fosse

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