Il maltempo che ha imperversato per 5 giorni e che ha messo a nudo la fragilità idrogeologica di tutto l’Alto Jonio ieri ha concesso una breve tregua che ha consentito di avviare una prima conta dei danni causati, oltre che dal maltempo anche da un dissesto idrogeologico maturato nel tempo e frutto di politiche inadeguate e di corto respiro. Dappertutto si lamentano guasti, da Amendolara dove è franata in diversi punti la viabilità rurale (Straface e Fragallizza), a Villapiana dove il torrente Satanasso ha rotto gli argini e distrutto un pezzo di rete idrica, da Cerchiara dove il torrente Caldana che minacciava la Piana è stato imbrigliato a fatica grazie all’intervento del Consorzio di Bonifica di Trebisacce, ad Alessandria del Carretto che rimane tuttora isolata perché è franata in due punti la SP 153. Ma il paese uscito più malconcio e che è stato letteralmente messo in ginocchio dalle piogge torrenziali è Oriolo.
Qui la gente è tornata a vivere le paure del lontano 1972 allorquando un vasto movimento franoso interessò il centro abitato e soprattutto il vecchio cimitero che scivolò a valle portando con sé gran parte delle tombe, al punto da obbligare il comune delocalizzare l’area cimiteriale nell’attuale sito di Santo Stefano. Anche questa volta, il maltempo e le piogge copiose e prolungate che hanno martoriato il paese e le campagne per cinque giorni hanno sconvolto l’assetto del territorio e provocato danni enormi: l’arteria principale, la SS 481 “del Ferro”, che dalla fascia Jonica conduce sino in Basilicata, è franata nel tratto che unisce Oriolo con Cersosimo (PZ) isolando di fatto numerose aziende agricole e quei comuni della Valle del Sarmento come Cersosimo, San Costantino Albanese, con gli abitanti che, per raggiungere la costa jonica, sono costretti a un lungo percorso alternativo attraverso la “Sinnica”. Qui l’Anas ha dovuto chiudere al traffico l’arteria ed effettuare gli opportuni avvisi agli automobilisti.
Ma oltre alla S.S. 481, che anche a valle è stata in diversi punti “toccata” dal fiume Ferro, è stato interessato tutto il territorio comunale,compreso il centro abitato, a partire dall’antico centro storico “la Terra”, nel quale due antichi fabbricati sotto il peso degli anni e delle piogge abbondanti si sono letteralmente sbriciolati al punto da minacciare l’incolumità pubblica e da obbligare il sindaco ad emettere un’Ordinanza di inibizione del traffico nel vicolo Vittorio Emanuele. Per non parlare del costone roccioso che sorregge il Castello Feudale da cui, a causa delle infiltrazioni d’acqua, si registra il distacco di pezzi interi di roccia che minacciano la centrale Piazza del Borgo. Poi ci sono danni diffusi e gravi nelle campagne dove è andata in frantumi la viabilità rurale presso le contrade di Spadarro-Ponte Crispello, Ponte Falce-Corno-Scalapitta, Nunzio-Destra, Armi Rosse, Careto-Mardui… Danni seri e ingenti, insomma, che richiedono enormi risorse. E’ per questo che il sindaco Colotta, con il supporto dei tecnici e anche della Minoranza, ha redatto una dettagliata scheda che è stata allegata alla richiesta di aiuto indirizzata a tutte le istituzioni sovra-comunali.
Pino La Rocca