Montegiordano. Lsu scuola, rischio licenziamento. Pistocchi: “Regione dia segnale concreto alle famiglie”
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A seguito delle notizie che sopraggiungono sul rischio di licenziamento, a partire dal 1 marzo prossimo per 24 mila LSU di cui 1.300 solo in Calabria che prestano servizio all’interno delle scuole rimbalza agli occhi la spinosa e disagiata situazione del precariato che, ormai, da anni attanaglia migliaia di famiglie.
Dura la protesta dei sindacati che hanno chiesto ausilio alla Prefettura anche per via delle manifestazioni che di qui a breve si susseguiranno da parte delle migliaia di persone che rischiano di non avere più la garanzia di uno stipendio mensile.
Se tali tagli, come pare, saranno definitivi, andranno a colpire per lo più famiglie monoreddito, già profondamente colpite dalla crisi e che saranno ridotte all’elemosina con l’aumentare e l’aggravarsi di un disagio sociale ed economico inarrestabile.
Dal Comune di Montegiordano per conto dell’assessore Caterina Pistocchi giunge un segnale di solidarietà perquesti lavoratori: “Credo che sia compito della politica porre in essere quelle forme di lotta, pacifica e democratica, volte alla tutela di migliaia di famiglie che si troveranno, a breve, senza la possibilità di poter provvedere al proprio sostentamento. Pertanto sostegno pieno e totale a tutti i lavoratori che non chiedono assistenza o clientelismo ma soltanto che un diritto garantito dalla nostra Costituzione, quello al lavoro, venga tutelato e difeso dalle forze politiche tutte, perché il lavoro non ha colore politico ma è un diritto sacrosanto”.
“In qualità, pertanto, di amministratore locale – continua la Pistocchi – che vive ogni giorno la realtà di piccoli centri, all’interno dei quali il lavoro prestato dagli operatori Lsu è, ormai, di vitale importanza per il buon andamento della macchina amministrativa, credo che la Regione Calabria, così come è avvenuto in tante altre regioni d’Italia, debba svegliarsi ed attuare una politica volta verso e per il lavoro e dare dignità sociale, politica e morale a tanti onesti lavoratori che vivono, da anni, nel precariato.