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Chiude la Comunità Montana dell’Alto Jonio. Verrà assorbita da “Calabria Verde”

Chiude la Comunità Montana dell’Alto Jonio. Verrà assorbita da “Calabria Verde”
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Un oaesaggio dell'Alto Jonio

Un paesaggio dell’Alto Jonio

Chiude i battenti la Comunità Montana dell’Alto Jonio dopo oltre 50 anni. A raccoglierne l’eredità sarà Calabria Verde, “l’azienda regionale per la forestazione e le politiche della montagna” destinata ad raccogliere quello che rimane delle Comunità Montane, dell’Afor e dell’ARSSA. Il sindaco Francesco Mundo ha chiesto alla Regione che nella cittadina jonica, dal momento che c’è già una sede di proprietà dell’ente, venga istituito uno dei 4 Distretti di Calabria Verde previsti nella provincia di Cosenza. Destino ormai segnato dunque per tutte le comunità montane calabresi sulle cui ceneri è già sorta Calabria Verde, nata da pochi mesi per volontà dell’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, che comincia quindi a muovere i suoi primi passi con l’arduo compito di dare seguito alla buona eredità lasciata soprattutto dalle Comunità Montane ma anche di accollarsi gli ingenti debiti (si parla di oltre 150milioni di euro) che erediterà dall’Afor. Tra le comunità montane più virtuose a chiudere i battenti ed a far segnare un ulteriore impoverimento socio-economico in questa parte della provincia di Cosenza, saranno le nostre tre Comunità Montane: quella dell’Alto Jonio di Trebisacce, quella del Pollino di Castrovillari e quella della Sila Greca di Rossano che, a partire dagli anni ’60 e quindi per oltre 50 anni, hanno ben operato nel settore della Forestazione e quindi nella tutela del territorio e della montagna. Ma, in quanto organismi elettivi, le Comunità Montane hanno saputo tenere unito il territorio e rappresentato un momento di forte coesione territoriale e molto spesso un laboratorio politico per i territori di riferimento.

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Non è dato sapere al momento quali saranno i compiti, soprattutto quale sarà il destino degli impiegati e dei lavoratori di questi tre enti. Il dato certo è che è già operativo il nuovo organigramma con il suo Direttore Generale nella persona del dottor Paolo Furgiuele e con un CTI (comitato tecnico di indirizzo) formato da 11 componenti che dovranno dare una fisionomia più precisa alla nuova azienda. «I tempi previsti per l’avvio delle attività di Calabria Verde – ha affermato l’assessore Trematerra – saranno rispettati. Da parte del Dipartimento da me guidato c’è tutta l’intenzione di accelerare i processi per rendere operativa al cento per cento e nel più breve tempo possibile la nuova azienda, sulla quale puntiamo in maniera particolare. Calabria Verde, infatti, insieme alla nuova legge forestale – ha concluso l’assessore – segna l’avvio di una stagione di importanti riforme che di fatto ripristinano l’ordine amministrativo e tecnico in un settore, quello della forestazione, per anni trascurato». Dove saranno reperite le risorse per foraggiare questo nuovo carrozzone è difficile prevederlo. Di certo il bilancio della Regione si è liberato di un pesante fardello, con il rischio però che a pagarne i costi debbano essere ancora una volta i cittadini.

Pino La Rocca

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luigi palmieri
luigi palmieri
10 anni fa

Beh bisognerebbbe prima capire a cosa servivano le comunità montane se non a distribuire poltrone.
CHiediamo sacrifici alla politica lottiamo contro gli sprechi ma ognuno nel suo piccolo è pronto a difendere i privilegi

questi enti sono la rovina della nostra calabria

Giuseppe
Giuseppe
Reply to  luigi palmieri
10 anni fa

Le Comunità Montane dovevano portare lo sviluppo della Montagna, nelle Regioni del Centro-Nord gli obiettivi sono stati raggiunti. In Calabria la Regione non ha mai voluto lo sviluppo dellle zone montane, ai politici interessano le zone di mare.