L’attività investigativa ha avuto inizio qualche settimana fa, quando i carabinieri sono venuti a conoscenza, in forma confidenziale, che un giovane era stato aggredito da alcuni componenti dello stesso nucleo familiare, che gli avevano procurato la frattura del femore. Il ragazzo, invece, al momento del ricovero aveva riferito che la frattura era avvenuta accidentalmente. Le successive indagini hanno permesso di appurare che il giovane era stato da prima minacciato e poi aggredito, in più occasioni, dai componenti della stessa famiglia, per intimorirlo e costringerlo a consegnare il ricavato di una attività di spaccio da loro gestita nel centro storico di Cosenza; il debito, in realtà, era stato saldato dal fratello del ragazzo all’insaputa degli altri.
«La “famiglia” – si legge in una nota diramata dalle forze dell’ordine – al fine di ottenere il denaro, ha inferto lo stesso trattamento intimidatorio e persecutorio alla madre e al fratello della vittima, con minacce di morte. Tant’è che quest’ultimo è stato costretto a spacciare per saldare l’ipotetico debito del fratello, che da pochi centinaia di euro, con gli “interessi” é lievitato a migliaia di euro».
Gli arrestati sono M. A. di 45 anni e i figli P. A. di 23 anni e il minore A.F. . I primi due sono stati tradotti presso la casa circondariale di Cosenza, mentre il minore presso il Centro di Giustizia minorile di Catanzaro. Nello stesso ambito è stato denunciato in stato di libertà G.C., 21enne, per gli stessi reati in concorso.
Pasqualino Bruno