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Meno treni sulla fascia jonica, Antoniotti (sindaco Rossano) e Terra e Popolo si oppongono

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Foto di repertorio

Si addensano ulteriori nubi sul sistema dei trasporti della fascia jonica. All’orizzonte, infatti, si profilano gli ennesimi tagli sulla tratta ionica da parte di Trenitalia e di Rfi. L’ennesimo programma di ridimensionamento tecnico della rete ferroviaria statale prevede, questa volta, non solo la soppressione delle tratte a lunga e media percorrenza, ma anche il declassamento in fermata di molte stazioni della linea ionica. Così, il grido d’allarme lanciato dal vicepresidente della regione Calabria, Antonella Stasi, è stato raccolto anche  il primo cittadino di Rossano Giuseppe Antoniotti, che ha invitato gli altri sindaci del territorio a creare una rete sinergica d’intervento, per pianificare eventuali azioni da intraprendere «contro quello che si palesa come un ennesimo scippo».

«Le soppressioni – ha sottolineato Antoniotti – delle tratte che mettono in collegamento la Calabria ionica con il resto d’Italia determinano un incalcolabile danno alla propensione turistica regionale e un enorme disagio a tutti i pendolari che quotidianamente usufruiscono del servizio. Una situazione del tutto paradossale che mira a penalizzare ulteriormente un’area importante della Calabria, già pesantemente indebolita da un sistema stradale obsoleto e pericolosissimo. Il rischio è concreto e si palesa, purtroppo, sempre in prossimità dell’estate, quando i flussi turistici potrebbero incentivare gli spostamenti su rotaia. E invece – ha aggiunto il sindaco – ci troviamo a dover far fronte a questi spauracchi e al gioco del granchio di Trenitalia. Che con un una mano tende e promette l’attivazione di linee a lunga percorrenza, ovviamente per periodi limitati, e con l’altra mano brandisce e sopprime i servizi di base, sottraendo stazioni e spegnendo binari, così come si sta palesando in questo caso. Sul sistema trasporto – ha concluso Antoniotti – questo territorio si gioca una partita importante. Bisogna pretendere, pertanto, l’ampliamento della mobilità su gomma, per la quale nelle settimane scorse ho chiesto con forza alla regione Calabria di tenere in maggiore considerazione le esigenze dell’Area urbana Corigliano-Rossano e della Sibaritide. E allo stesso tempo è necessario evitare i tagli  ferroviari, quantomeno fino a quando non saranno concretizzati i progetti di ammodernamento e ampliamento della Statale 106».

Della “questione trasporti” ha parlato anche il Movimento “Terra e Popolo”, appellandosi ai sindaci della fascia ionica cosentina «affinché si instauri un tavolo istituzionale permanente per il diritto alla mobilità sullo ionio, un comitato di sindaci che finalmente si faccia sentire negli uffici regionali e nazionali e amplifichi la voce di questo territorio sistematicamente tagliato fuori dal resto del paese. Il taglio delle corse dei bus da paesi dell’entroterra come Campana oppure l’indecente programma estivo di Trenitalia che elimina i collegamenti tra i nostri centri turistico/economici e i nodi del centro e del nord Italia meritano prese di posizioni istituzionali e politiche forti e unitarie, senza distinzione di schieramento: inutile lasciare i piccoli centri da soli ed inutile combattere solitariamente i centri di potere nazionale e la mastodontica burocrazia regionale».

«Non dimentichiamo che – hanno proseguito i responsabili di “Terra e Popolo” – come denunciamo ormai da mesi, la regione Calabria non effettua gare d’appalto per il sistema del trasporto pubblico locale ormai da 12 anni, agendo illegittimamente per proroga amministrativa, che significa non migliorare i servizi e non effettuare alcun risparmio, lasciando le casse pubbliche vuote ed i cittadini a piedi, a partire da turisti, studenti ed anziani. Chi se non gli amministratori locali possono interrompere una condotta trasversalmente indecente come questa? Come parte della società civile – si chiude la nota di “Terra e Popolo” – di questo territorio continueremo ad organizzare iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione su questo argomento e saremmo pronti, nel nostro piccolo, a supportare un tavolo istituzionale sul diritto alla mobilità».

Pasqualino Bruno

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