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Papa a Cassano, il giorno dopo. Galantino. «Sproniamo la politica affinchè si impegni per i giovani»

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Soddisfatto il Vescovo Nunzio Galantino in merito alla visita del Santo Padre a Cassano allo Jonio, nella giornata di sabato 21 giugno, che ha richiamato migliaia di fedeli per le strade della città termale e nella Piana di Sibari dove è stata celebrata la Santa Messa presieduta da Papa Francesco. Una visita storica in cui il Santo Padre ha voluto incontrare, dapprima, i detenuti del carcere di Castrovillari, ma anche i familiari del piccolo Cocò Campolongo ucciso e bruciato in auto insieme al nonno, e, successivamente, i malati ricoverati presso l’Hospice di Cassano. Significativo, poi, il pranzo con i poveri ospitati presso la Caritas Diocesana e con i giovani della comunità residenziale terapeutico riabilitativa “Saman” all’interno del seminario arcivescovile. Il Papa, prima di raggiungere la Piana di Sibari a bordo di una Ford Focus azzurra, ha voluto visitare gli anziani ospitati a “Casa Serena” nel comune di Cassano allo Jonio. Un bagno di fedeli, infine, ha accolto il Santo Padre nella Sibaritide. Migliaia di pellegrini, provenienti da tutta la Calabria e da diverse regioni del Sud-Italia (Sicilia, Campania, Puglia e Basilicata), hanno invaso, dalle prime ore del mattino e sotto un sole cocente, l’area dove il Papa Francesco ha celebrato la Santa Messa. In seguito, a bordo dell’elicottero bianco della Repubblica Italiana, è rientrato a Roma in serata. Tanta la gioia di S.E. Mons. Nunzio Galantino (Vescovo di Cassano allo Jonio e Segretario della CEI), subito dopo il decollo dell’elicottero, il quale non si aspettava una folla immensa di fedeli ad accogliere il Santo Padre. Da cronista, in cui ho vissuto una giornata con forti emozioni, ho voluto avvicinare Mons. Galantino per una breve intervista e per comprendere, allo stesso tempo, il suo stato d’animo in occasione della visita storica di Papa Francesco a Cassano.

Eccellenza notiamo nel suo volto una gioia immensa per la vista di Papa Francesco a Cassano allo Jonio. E’ stata una giornata, sicuramente, indimenticabile sia per lei e sia per l’intera Diocesi di Cassano allo Jonio? “La gioia che provo oggi è indescrivibile in cui il Santo Padre ha voluto fortemente visitare la nostra diocesi e la nostra comunità per lasciare un messaggio ai tanti cittadini cassanesi. Cassano, purtroppo, è approdata su scala nazionale, attraverso i mass-media, per alcuni fatti di cronaca e, in particolare, per l’uccisone del piccolo Cocò Campolongo. Oggi, invece, Cassano è alla ribalta nazionale ed internazione per la visita di Papa Francesco in questo piccolo comune calabrese. E’ stata una giornata indimenticabile, come lei ha ribadito nella sua domanda, in cui il Santo Padre ha voluto incontrare i detenuti all’interno dell’Istituto Penitenziario di Castrovillari, ma in particolare la mamma e il papà del piccolo Cocò, i malati dell’Hospice e gli anziani di “Casa Serena.” L’altra cosa bella di questa giornata è stata la volontà di Papa Francesco di voler pranzare con i poveri della Caritas Diocesana. Emozionante, infine, la straordinaria accoglienza riservata al Santo Padre nella Piana di Sibari, da tanti fedeli calabresi e non solo, dove è stata celebrata la Santa Messa. Oltre 250mila pellegrini, secondo i dati forniti dalla Gendarmeria Vaticana, hanno invaso, dalle prime ore del mattino, la Sibaritide in cui si evince il forte legame di tanti fedeli nei confronti di Papa Francesco che, fin da subito, ha colpito tutti sia per la sua straordinaria semplicità e sia per la sua particolare attenzione verso i più bisognosi. Rimarrà, comunque, una giornata memorabile sia per i cassanesi e sia per i tanti calabresi.”

Quali emozioni ha vissuto il Santo Padre in questa particolare e storica occasione? “Lui è rimasto colpito dai luoghi e dall’entusiasmo di tanti fedeli che, dalle prime ore del mattino, si è riversata per le vie della città per assistere, con fede ed entusiasmo, al passaggio del Santo Padre. Come ha potuto notare la città di Cassano ha risposto alla grande con messaggi di benvenuto a Papa Francesco in terra calabra. Lui è arrivato qui per chiedere perdono e per scuotere le coscienze di quanti sono impegnati ad impedire la crescita di questo territorio mettendo in atto il malaffare. Lo ha ribadito nel corso della sua significativa omelia dove ha rimarcato che il malaffare frena la crescita di una regione (la Calabria) in cerca, tuttora, di un pronto e definitivo riscatto. Il Santo Padre, dopo l’emozionante giornata vissuta a Cassano e dintorni, ha lasciato questa terra con tanti bei ricordi in cui ha incontrato i detenuti, i malati, gli anziani, i poveri ed i tanti fedeli provenienti dall’intero meridione. La nota positiva che, in questa circostanza, i mass-media nazionali ed internazionali, anche per un solo giorno, si sono interessati ad un evento, non di cronaca nera, che, ad ogni modo, ha dato un’immagine diversa di Cassano allo Jonio e dell’intera Calabria.”

Qual è, infine, l’impegno della chiesa locale per la crescita di questo territorio, martoriato da tanti problemi, il quale è in attesa, come lei ha ribadito, di un pronto e definitivo riscatto in diversi contesti? “L’impegno della nostra chiesa locale è indirizzato a dare delle risposte ai cittadini ed ai tanti giovani del territorio che, purtroppo, vivono nella più totale disperazione. Qui, purtroppo, non si registrano dati confortanti in tema di sviluppo e, quindi, molti giovani, ancora oggi, sono costretti ad emigrare in cerca di fortuna altrove. La chiesa locale, al di là del totale impegno in diverse direzioni, non può risolvere i problemi di tutti. Il mio appello, da vescovo, è quello di spronare, in tutti i modi, l’intera classe politica locale e regionale, affinché possano farsi carico delle problematiche che si vivono quotidianamente in Calabria e dare delle risposte positive ai tanti giovani in cerca di lavoro. Molti di loro, purtroppo, hanno perso la speranza di intravedere un futuro migliore nel loro luogo di nascita. Una vicenda triste che, ad ogni modo, non deve, assolutamente, scoraggiare i tanti giovani calabresi, i quali devono continuare, con costanza e caparbietà, a credere nelle loro potenzialità. La chiesa, come il Santo Padre, sarà sempre vicina ai giovani.”

Antonio Le Fosse

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