Tribunale Rossano, Antoniotti e Gerace in coro: «Urge decreto correttivo. Più tutele per questa terra»
In occasione del consiglio comunale congiunto tra le due importanti città della Piana di Sibari e della Provincia di Cosenza, Corigliano e Rossano, abbiamo avvicinato sia il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, e sia il sindaco di Corigliano Calabro, Giuseppe Geraci, con i quali ci siamo soffermati nel realizzare una breve intervista in merito alla chiusura dell’importante Palazzo di Giustizia bizantino che, dal mese di settembre 2013, è stato accorpato al nuovo tribunale di Castrovillari con disagi di ogni genere sia per gli avvocati e sia per i numerosi abitanti dell’intera fascia jonica cosentina. I due sindaci, comunque, ribadiscono che è stato fatto un errore grave, da parte del Governo centrale, nell’attuare il decreto legislativo riguardante la soppressione dell’importante presidio di giustizia rossanese che, per oltre 150 anni, è stato operativo in un territorio difficile dove, ancora oggi, si registrano dati allarmanti con il diffondersi della criminalità organizzata che, purtroppo, frena lo sviluppo e, allo stesso tempo, soffoca l’economia locale.
Sindaco Antoniotti, visto e considerato il forte legame che unisce la città bizantina a quella ausonica, oggi, in occasione del consiglio comunale congiunto tra il Comune di Rossano e Corigliano Calabro, è stata una data storica per le due amministrazioni comunali, unite in questa circostanza, per confrontarsi su una tematica importante quale: la riapertura del tribunale di Rossano che, dal mese di settembre 2013, è stato accorpato al nuovo Palazzo di Giustizia di Castrovillari. Qual è il suo pensiero in merito? «Intanto mi permetta di manifestare tutta la mia totale soddisfazione per il consiglio comunale congiunto tra le due città più importanti della Provincia di Cosenza, impegnate, con altri comuni dell’intero territorio, nel portare avanti, con piena convinzione e determinazione, la giusta causa riguardante la riapertura del tribunale di Rossano. Noi, come amministratori locali, ci stiamo impegnando, con tutte le nostre forze e facendo sentire la nostra voce in tutte le sedi istituzionali, al fine di poter, ancora oggi, far riaprire l’importante presidio di giustizia rossanese. Sono convinto che, grazie alla piena volontà del nuovo ministro Orlando, si possa porre rimedio al decreto legislativo riguardante la soppressione di alcuni tribunali in Italia tra i quali risulta anche quello di Rossano. Una vicenda triste che, purtroppo, ha penalizzato una città e un intero territorio».
La paventata fusione tra i comuni di Rossano e Corigliano, a suo giudizio, può servire a portare dei benefici in questa importante area urbana? «Sono convinto che, unendo le forze, si possono centrare numerosi ed importanti obiettivi. Abbiamo firmato un documento congiunto per far valere, nelle sedi più opportune, le nostre ragioni in riferimento all’attuazione del decreto legislativo che ha portato alla chiusura del nostro importante presidio di giustizia. Rossano e Corigliano, oltre ai comuni dell’intera Sibaritide, non possono assistere, inermi, alle decisioni politiche dettate dal Governo centrale che, ancora una volta, mortifica questa area della Calabria. In questi ultimi tempi, purtroppo, stiamo assistendo allo smembramento di questo nostro territorio con la chiusura della ferrovia, oltre alla soppressione dei treni che collegavano la Calabria al resto dell’Italia, del ridimensionamento nel comparto sanitario e, per finire, l’accorpamento del Tribunale di Rossano a quello di Castrovillari. Scelte non condivise né da noi amministratori né dall’intera popolazione. Il nostro impegno, nonostante le vicende degli ultimi tempi, sarà costante per riuscire a far prevalere, ad ogni modo, le nostre ragioni in tutte le sedi opportune. Da amministratori locali, infine, confidiamo molto nel nuovo Governo centrale».
Lei, dunque, rimane fiducioso? «Rimango molto fiducioso, anche perché da qui a settembre si procederà, sicuramente, al decreto correttivo che prevede la riapertura dei tribunali soppressi compreso quello di Rossano».
Sindaco Geraci, qual è l’impegno della Giunta comunale di Corigliano per quanto riguarda la riapertura del tribunale di Rossano? «Anche il comune di Corigliano è, ovviamente, interessato alla riapertura del tribunale di Rossano, al fine di garantire legalità e sicurezza nell’intera area urbana. Il nostro impegno, insieme a quello del sindaco Antoniotti e di altri sindaci del territorio, è finalizzato a far prevalere le nostre ragioni a Roma e non solo, anche perché questo lembo di Calabria non può essere, assolutamente, isolato dal resto dell’Italia. Chiediamo, a gran voce, al Governo centrale di prestare una certa attenzione verso la nostra area urbana che, negli ultimi anni, ha dovuto assistere a scelte politiche non condivise dai cittadini. Mi riferisco alla soppressione di numerosi treni lungo la tratta jonica, ai tagli nella sanità pubblica con disagi di ogni genere per gli utenti del territorio, alla chiusura del tribunale di Rossano, ma anche altre manovre in cui è aumentato ulteriormente il disappunto nell’intera popolazione. Il nostro ruolo di amministratori locali è quello di guardare attentamente ai problemi della città e di ascoltare, giorno dopo giorno, le diverse richieste della gente, al fine di garantire servizi, sempre più, efficienti a quanti risiedono nel nostro comune. Anche il Governo centrale, a mio giudizio, deve fare la sua parte e di non abbandonare questo territorio al suo destino. Nonostante tutto, rimango fiducioso che, dall’oggi al domani, le cose possono cambiare e garantire, allo stesso tempo, un domani migliore a quanti vivono in questa area urbana calabrese».
Da sindaco e da politico calabrese, infine, cosa si augura per il futuro? «Il mio augurio, da sindaco e da uomo politico, è quello di assistere ad un radicale cambiamento del territorio, in cui vi siano più servizi e meno disservizi per la nostra gente, con la riapertura del tribunale di Rossano, il ripristino dei treni a lunga percorrenza sulla tratta jonica calabrese, garantire una sanità sempre più efficiente ai cittadini per evitare i cosiddetti viaggi della speranza fuori dalla Calabria, ma anche altre iniziative che possano garantire margini di sviluppo in una regione che, tuttora, è in cerca di un pronto e definitivo riscatto. Questa terra, dunque, non può e non deve essere penalizzata da alcune scelte governative in cui il territorio ne risente in termini di crescita. Diamo voce e speranza, infine, ai giovani che rappresentano il futuro della Calabria».
Anche il presidente del Consiglio comunale di Rossano, l’avvocato Vincenzo Scarcello, ha voluto rilasciare una sua dichiarazione sulla vicenda del tribunale di Rossano. «Abbiamo voluto, di comune accordo con il comune di Corigliano, convocare un consiglio comunale congiunto tra le due città per discutere su una vicenda che ci riguarda da vicino: la chiusura del tribunale di Rossano. I due grossi centri dell’intera Piana di Sibari e della Provincia di Cosenza, in questa circostanza, si sono uniti per portare avanti, di comune accordo, una battaglia finalizzata alla riapertura dell’importante presidio di giustizia bizantino che, dal mese di settembre 2013, è stato accorpato a Castrovillari in cui, ad oggi, si registrano disagi sia per i dipendenti, sia per gli avvocati e sia per i tanti cittadini dell’intera fascia jonica cosentina. Credo che questo nostro territorio abbia dovuto fare i conti con un atto di ingiustizia, mi riferisco alla soppressione dello storico presidio rossanese presente nella città bizantina dal lontano 1862, penalizzando ulteriormente un’area dove, purtroppo, si registrano dati inquietanti con la presenza della criminalità organizzata che preoccupa non poco i tanti abitanti. Tramite questa iniziativa, dunque, vogliamo sensibilizzare la classe politica nazionale, affinché possa farsi carico dei problemi di questo territorio e, allo stesso tempo, possa riaprire il tribunale di Rossano per continuare a garantire legalità e sicurezza».
Antonio Le Fosse