«A spingere l’uomo a compiere il gesto – hanno spiegato gli uomini del commissariato di Polizia di Rossano durante una conferenza stampa – furono vecchi rancori per un licenziamento. L. G. sarebbe stato licenziato dal padre della vittima qualche anno fa. Lo stesso, dopo il licenziamento, avrebbe minacciato più volte la famiglia di G. C. e sarebbe stato autore di alcuni danneggiamenti, mai denunciati, fino ad arrivare al ferimento del settembre 2013».
«Nell’inchiesta fondamentale è stato il contributo di un testimone che ha visto l’uomo, corrispondente dalla descrizione fisica all’arrestato, imbracciare il fucile e sparare. Nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata a casa di L. G. erano stati trovati un fucile da caccia, diverse munizioni, due coltelli, un lancia granate e due manufatti pirici artigianali considerati molto pericolosi».
Redazione online