Longobucco, la surreale vicenda della “Sila-Mare”. Strada inaugurata e poi chiusa
Doveva essere una magra consolazione, un bicchiere mezzo pieno, un “meglio tardi che mai”. Invece si è trasformata nell’ennesima beffa. Con buona pace della carovana lunga 30 anni, di politici “ambidestri” dediti alle passerelle. Passerelle, certo, perché per quanto riguarda le strade, meglio lasciar perdere.
Lo spettacolo che è andato in scena il 30 giugno scorso, degno della peggiore tradizione tragicomica, conferma la morale di certo teatro. E cioè che la realtà spesso supera la fantasia. Procediamo con ordine, l’onorevole Gentile, assessore ai lavori pubblici della Regione, giunto a Longobucco, si accinge in mattinata ad effettuare il taglio di un nastro lungo decenni, e che dovrebbe rappresentare l’inizio della fine dell’isolamento di questa fascia silana.
Ad opera completata, si intende. Tornando “su strada”, dunque, a pochi minuti dal taglio, iniziano a circolare le prime voci, poi confermate dai rappresentanti della ditta costruttrice, circa l’esigenza di mantenere ancora chiuso al traffico per qualche giorno il tratto appena inaugurato per il disbrigo degli ultimi adempimenti tecnici (che per completezza di informazione, a tutt’oggi non sono ancora stati evasi), scatenando la protesta dei longobucchesi. Ed ecco la beffa.
Una doppia beffa anzi. In termini di transitabilità, interdetta a pochi minuti dal taglio del nastro, ed in termini di sperpero di risorse pubbliche, veramente mai interrotto. Un giallo, se vogliamo. Giallo come la segnaletica orizzontale presente sulla Sila-Mare, che, notoriamente indica un tratto di strada non in ottimo stato di salute, o quantomeno precario. E che già avrebbe dovuto far pensare. Il giallo del giallo. La fretta, è cattiva consigliera, di solito. E la velocità e le modalità con le quali il tutto è avvenuto, ai più scettici e malpensanti, potrebbero apparire se non altro strane. Una mezza forzatura. Considerata la situazione in consiglio regionale, con le forze politiche impegnate a districarsi tra guai giudiziari e diatribe partitiche per le prossime elezioni, inaugurare un primo, piccolo tratto di strada (costruito in 30 anni di polemiche), per richiuderlo al traffico subito dopo, pubblicamente, non sembra affatto una furbata. Soprattutto se uno dei problemi riguarda la futura gestione e manutenzione dell’arteria.
Tra “interessamenti”, “prese a cuore”, “giri di vite”, proclami, annunci e addirittura un taglio del nastro, in 30 anni, c’è solo un tratto di strada “a tempo”, aperto a rischio e pericolo di chi lo percorre e con un limite di 40 Km orari per giunta.
Fabio Giuseppe Russo