Rossano, Terra e Popolo accusa il Comune. «Fondi per auto ma non per l’antimafia»
«Per l’antimafia non ci sono soldi, per una Alfa Romeo ci sono 17.000 euro». Pensieri e parole sono del movimento Terra e Popolo e l’attacco è rivolto, ancora una volta, all’amministrazione comunale rossanese. «Ricordiamo con chiarezza – hanno scritto i responsabili del movimento – la motivazione addotta dall’amministrazione comunale quando, a seguito dell’operazione Stop diretta dalla DDA di Catanzaro, la cosiddetta “terza mazzata alla cosca Acri-Morfò”, decise di non costituirsi parte civile nel processo: mancanza di soldi nelle casse comunali. Lo dice chiaramente il comunicato dell’amministrazione datato 22 Dicembre 2013 dal titolo “Operazione Stop: il coraggio non manca, i soldi si”. Fu una scelta gravissima e vergognosa – incalzano gli esponenti di Terra e Popolo -, una delle tante scelte deleterie e pretestuose operate dalla giunta Antoniotti-Caputo, con la peregrina giustificazione delle ristrettezze finanziarie. Eppure mai ci saremmo aspettati di dover leggere un provvedimento con cui si autorizzava la spesa di quasi 17.000 euro per l’acquisto di una Alfa Romeo Giulietta 1600 JTD».
I coordinatori di Terra e Popolo hanno specificato che «Non intendiamo fare la morale a nessuno, riteniamo però doveroso informare la città del fatto che mentre questa amministrazione comunale non trova, per esempio, poche migliaia di euro per l’antimafia, ne trova 17.000 per un auto dalla dubbia utilità, per usare un eufemismo. Non è di certo per queste spese scellerate ed inutili che giudichiamo questa amministrazione di centrodestra completamente fallimentare: i veri soldi, quelli a sei zeri, sono stati sprecati in appalti assurdi come quelli dell’igiene urbana senza l’imposizione del porta a porta, in megalomanie inutili come il depuratore consortile, vengono sprecati quotidianamente a causa della mancanza di programmazione e di visione generale della città e del suo sviluppo, per esempio attraverso l’accesso a fondi europei per l’adeguamento ambientale, l’innovazione tecnologica, l’occupazione giovanile. Atti come questo – hanno concluso gli esponenti del movimento – non sono altro che il riflesso dell’operato di una classe dirigente profondamente inadeguata, un operato disastroso in ogni settore, dalla sanità alle infrastrutture, dai rifiuti alla gestione delle risorse naturali e turistiche».
Pasqualino Bruno