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Trebisacce, ex ospedale. Caos al centro prenotazioni. Tra lunghe attese e proteste

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Repertorio

Disagi e momenti di tensione al centro di prenotazione CUP di Trebisacce che ha sede presso l’ex ospedale. Le proteste degli utenti, talvolta sommesse e talvolta a voce alta, non si contano più e non di rado ci scappa la denuncia ai Carabinieri come è avvenuto nei giorni scorsi. Qui ogni mattina il CUP viene preso d’assalto e si formano file interminabili e attese che talvolta si prolungano per l’intera mattinata, non solo perché vi affluiscono centinaia di utenti della sanità provenienti dai 16 comuni dell’Alto Jonio oltre che da Cassano, per prenotare, disdire, registrare visite mediche, esami strumentali, analisi, radiografie, ma perché gli sportelli effettivamente funzionanti non sono mai più di due e soprattutto perché il ritmo delle prenotazioni va a rilento per il cattivo funzionamento della linea internet-intranet utilizzata dagli impiegati per l’accesso al “cervellone” dell’Asp.

A ciò si aggiunga che delle quattro stampanti in dotazione solo due funzionano a ciclo continuo, mentre le altre due sono quasi sempre bloccate dalla mancanza sistematica di toner. Praticamente si lavora speditamente fino alle ore 9.00, massimo alle 10.00, dopo quell’ora, siccome la linea si sovraccarica, talvolta va via per l’intera mattinata e talvolta funziona a singhiozzo. Gli utenti, costretti ad estenuanti attese, protestano, spesso alzano la voce, talvolta si recano nell’ufficio del Direttore del Distretto per protestare ed è successo pure che una signora di Plataci, stanca di aspettare, si è recata dai Carabinieri ed ha sporto denuncia contro l’Asp. Ovviamente diventa complicato, oltre che stressante, il compito degli operatori, costretti a lavorare in un clima di alta tensione. Questi, per cercare di smaltire il lavoro ed evitare risse, non di rado devono trasformarsi in amanuensi, rilasciando fatture scritte a mano e/o ricorrendo a fotocopie e accantonando ricette e prenotazioni da sistemare in seguito, quando il sistema consente di lavorare. Si tratta insomma di una situazione difficile, quasi insostenibile, che va affrontata con urgenza prima che il grado di tollerabilità venga superato e ci scappi qualcosa di più grave.

Pino La Rocca

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