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Corigliano, anestetizzati e rapinati in casa. Cittadino scrive alle istituzioni

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Immagine di repertorio

Oggi la brutta vicenda è toccata a me, domani chissà”. Con questo pensiero inizia la lunga missiva del signor G. T., vittima insieme a tutta la sua famiglia nei giorni scorsi, di un incredibile fatto di cronaca. La vicenda, già verificatesi nel comprensorio ad altri malcapitati, ha visto introdursi in casa dell’uomo, a Schiavonea di Corigliano, ignoti che dopo aver anestetizzato a dovere tutti i componenti familiari, hanno svaligiato l’abitazione e gli stessi componenti dei propri beni. La rabbia perentoria di G. T. si tocca con mano nella lettera indirizzata al Questore e al Prefetto di Cosenza, nonché al sindaco della città jonica. “Viviamo un momento duro e difficile per tutti – ha proseguito G. T. –  dove ognuno cerca di sbarcare il lunario nel migliore dei modi, restando sempre attaccati ai sani valori che i nostri genitori ci hanno tramandato. Vicende come quelle accadute alla mia famiglia qualche notte addietro, però, fanno vacillare qualsiasi sana ed onesta coscienza. Nella notte di martedì 29 luglio mentre tutta la famiglia si ristorava con un sonno tranquillo, a Schiavonea, alcuni ladri sono entrati in casa ed hanno fatto man bassa di tutto ciò che di prezioso potevano arraffare. Oggetti, preziosi e non, ma soprattutto ricordi, che la famiglia ha custodito per anni gelosamente. La mattina, alle 5.30, veniamo svegliati da un vicino che ci dice di scendere nel cortile del palazzo per vedere alcune cose. Scendo – ha continuato l’uomo – barcollando ancora dal sonno e vedo a terra, sparsa alla rinfusa, tutto quello che i ladri avevano lasciato. Le finestre la sera chiuse, come solito, con attenzione, erano tutte aperte. I ladri, narcotizzandoci, hanno camminato per casa con quattro persone che dormivano alla loro mercé. Ci siamo svegliati tutti con gli occhi gonfi e la bocca amara. La paura, la rabbia, l’incredulità, man mano che il tempo passava, aumentava. Paura per la propria famiglia, rabbia per non essersi accorti di nulla, incredulità su quanto accaduto. Domanda: ma cosa sta accadendo in questo paese? Si può entrare nelle case dei cittadini e fare tutto ciò che si vuole. Pensavamo che certe cose potessero accadere solo nei film ma a quanto pare oggi fanno parte della nostra realtà. E se ci avessero fatto del male, o ancor peggio, altro? Ma nessuno si adopera per arginare questo crescendo di criminalità? Scippi, furti, violenze e stupri: ma scherziamo? Il rispetto per le cose è direttamente proporzionale al rispetto per la persona umana. Devo ringraziare gli scellerati ladruncoli per non aver recato danno alla mia persona ed a quelle dei miei cari! Quando metteremo riparo? Quando finiremo sulla cronaca nera con qualche morto? Sindaco, autorità preposte alla sicurezza e sorveglianza dei cittadini, Sig. Prefetto, Sig. Questore chiediamo aiuto, non si può e non si deve rimanere insensibili al grido di dolore e di rabbia dei cittadini di questo paese. Aiutateci a vivere da buoni, sani ed onesti cittadini e  soprattutto in sicurezza. Questo è il grido. Oppure dobbiamo, come già hanno fatto in altri posti, organizzarci per creare comitati di difesa sostituendoci allo Stato? Per me- ha concluso G. T. – forte sostenitore dello Stato costituito sarebbe una sconfitta terribile che mi lascerebbe la bocca ancora più amara di quella che ho oggi”. Intanto, le indagini proseguono a tutto tondo sui vari fatti di rapine, violenze e altri abusi che a macchia di leopardo si stanno verificando sia a Corigliano Calabro che nell’intero territorio: in città, campagne, zone montane, marittime e quartieri limitrofi. L’appello perentorio si alza alto verso istituzioni e forze dell’ordine che possono al più presto fronteggiare un andazzo di qualsiasi matrice esso sia: locale o straniera.

Cristian  Fiorentino

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