Oriolo, a Santa Marina in tavola con l’arte. Una mostra di quadri accompagna i menù per gli ospiti
E’ stata inaugurata il 4 agosto nelle sale dell’agriturismo Santa Marina di Oriolo la mostra di quadri dell’artista e pittore di Oriolo Francesco Diego.La mostra resterà aperta per
tutto il mese di agosto. Proprio nelle stanze in cui è nato l’amaro Ulivar di Oriolo, arrivano ora i quadri di Francesco Diego. Destino comune per due tipicità oriolesi (curiosa coincidenza) entrambe passate per il Jacob Javits Center di New York, a Manhattan: i quadri di Diego per una mostra nel lontano 1991 e l’Amaro Ulivar, nel giugno scorso, a distanza di ben 23 anni, in occasione del Summer Fancy Food Show.
Il passaggio in America e poi il ritrovo in contrada Santa Marina di Oriolo, comune dell’Alto Jonio originario sia di Diego che dell’amaro alle olive di Calabria. Per tutto il mese di agosto quindi i clienti dell’agriturismo Santa Marina potranno gustare i piatti tipici della tradizione contadina immersi nella natura e tra i quadri dell’artista oriolese, che vanno dalle sue composizioni degli anni settanta a quelle più recenti, raffiguranti temi religiosi e di vita rurale e contadina. La pittura di Diego è una pittura (parole di Francesco Marini) che “tende essenzialmente a liberarsi dei superflui orpelli della decorazione per conquistare forme pittoriche assolute e genuine” e ancora “le vedute urbane, gli scorci di casolari campestri, i cancelli, i muri e gli alberi acquistano un sapore quasi familiare pur nella loro spontanea eleganza rappresentativa. Svincolato dal verismo pittoresco, ma nel medesimo tempo fedele alla sostanziale verità di un ambiente, Francesco Diego è rimasto fondamentalmente un artista mediterraneo”.
Ricordiamo che è tuttora in corso anche un’altra mostra di Francesco Diego a Rocca Imperiale.L’esposizione di Francesco Diego a Santa Marina segna anche un momento simbolico di inizio di quel conteggio finale che porterà l’Agriturismo Santa Marina, nel 2015, a festeggiare i 20 anni di attività agrituristica nell’Alto Jonio Cosentino.
La redazione