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Rifiuti, la denuncia di Terra e Popolo: «Materiale pericoloso nell’ex discarica di Corigliano»

Rifiuti, la denuncia di Terra e Popolo: «Materiale pericoloso nell’ex discarica di Corigliano»
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La discarica di Cotrica, a Corigliano

La discarica di Cotrica, a Corigliano

Continua a essere ampiamente dibattuta, nella Sibaritide, la spinosa questione dei rifiuti. Poco meno di  una settimana fa, come riportato anche su Paese24 (qui l’articolo), Flavio Stasi, referente regionale di “Legge Rifiuti Zero” ed esponente del movimento “Terra e Popolo”, ha lanciato l’allarme in merito alla presenza presso la discarica di contrada Bucita a Rossano, di 60 mila metri cubi di materiale ignoto. Stasi è passato dalle parole ai fatti, preparando una relazione con cui sono state informate la Prefettura di Cosenza e le Procure della Repubblica di Castrovillari e Reggio Calabria.

«Allo stato attuale – ha spiegato Stasi – nessuno può affermare quale sia la natura dei materiali abbancati e questo è, di per se, un dato allarmante, a maggior ragione nel contesto di sistema di potere politico-malavitoso certificato che si cela dietro il ciclo dei rifiuti in Calabria. Ecco perché è responsabilità inderogabile delle istituzioni competenti, approfondire la natura dei rifiuti conferiti nella discarica per scongiurare ogni eventuale rischio per la salute dei cittadini dell’intera sibaritide, a partire dalla massima autorità sanitaria competente nel territorio, cioè il sindaco di Rossano, fino a questo momento inspiegabilmente silenzioso su una questione tanto grave e delicata».

L’attenzione di alcune associazione del territorio, e in particolare di Terra e Popolo, non si ferma solo a contrada Bucita. Sotto la lente di ingrandimento del movimento è finita anche la discarica comunale di Corigliano sita in contrada Cotrica. Secondo i responsabili di Terra e Popolo, infatti, «le migliaia di tonnellate di rifiuti  in essa contenuti contaminano  l’ambiente  con una anomala e continua produzione  di percolato che allegramente riversa in mare, non prima di aver percorso in lungo e in largo l’alveo del torrente Coriglianeto».

«Abbiamo ritenuto imperativo – hanno sottolineato i responsabili di Terra e Popolo – portare all’attenzione dell’opinione pubblica e degli organi inquirenti quanto è accaduto ed accade, ancora oggi, in quella ex discarica, poiché dopo aver accertato le precarie condizioni in cui versa il sito, siamo certi del pericolo in atto e quindi dell’urgenza d’intervenire prima che sia troppo tardi: prima che qualcuno possa rimetterci gravemente in salute. Un lavoro che ci ha costretti a reperire una notevole mole di documenti e atti pubblici, e che è stato, purtroppo, rallentato da diversi dinieghi opposti alle nostre richieste di accesso agli atti, ed ai tanti rimpalli che burocrati comunali hanno inteso adottare rimandandoci da un settore all’altro».

Secondo i coordinatori del movimento «Quel che oggi più ci allarma, sulla scorta dei documenti analizzati, è l’atteggiamento tenuto dalle varie amministrazioni comunali succedutesi dagli anni novanta in poi. Infatti, emerge chiaramente come alcuni sindaci, assessori all’ambiente, dirigenti e responsabili di settore, abbiano inteso giocare alla roulette russa sulla pelle di tutta la comunità coriglianese, e di sicuro hanno posto una grave incognita su ciò che si lascerà alle future generazioni. Per tali responsabilità – hanno concluso i responsabili di Terra e Popolo – vogliamo sperare che la magistratura inquirente riesca a far luce su omissioni e atti che risultano di una gravità inaudita».

Pasqualino Bruno

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