«Il premio “don Vincenzo Barone” – ha spiegato Francesco Casella – si propone, tra l’altro, il recupero e la rivitalizzazione del linguaggio dialettale e comunque l’idioma storico delle popolazioni calabre, la riappropriazione della identità storica calabrese tramite la lingua, la cultura e l’evoluzione sociale del territorio e la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la diffusione delle varie parlate locali, nonché delle espressioni linguistiche della popolazione arbereshe, grecanica, occitanica e dei gruppi Rom, ormai stanziali nella regione». Il Premio si articola in quattro sezioni: saggistica, narrativa, teatro e poesia. «Sono ammessi – hanno illustrato gli organizzatori del premio – saggi storici e storiografici sulla Calabria, racconti sulla realtà calabrese, ricerche sul folclore e sulle tradizioni della Calabria, elaborati narrativi aventi ad oggetto la Calabria e relativi usi, costumi e tradizioni, opere teatrali inedite scritte in italiano o in vernacolo, aventi come soggetto/tema la Calabria, gli usi e i costumi calabresi, nonché opere teatrali aventi ad oggetto la realtà, il folclore e le tradizioni calabresi, componimenti poetici in italiano o in vernacolo, aventi ad oggetto la Calabria». Tutti gli aspetti tecnici del concorso, che mira a coinvolgere in modo particolare il mondo della scuola di ogni ordine e grado, sono contenute nel bando che è consultabile sul sito dell’associazione culturale Carnem Levare www.carnemlevare.blogspot.it. I lavori, che saranno valutati da un’apposita commissione tecnica scelta dall’associazione, dovranno essere presentati entro il primo marzo 2015, mentre la premiazione è prevista per il mese di luglio successivo.
Pasqualino Bruno