In attesa delle elezioni regionali, fissate per il 23 novembre, tiene banco la composizione del nuovo consiglio provinciale. In base alla legge Delrio, il consiglio provinciale è ora un organo elettivo di secondo grado e dura in carica 2 anni; hanno diritto di elettorato attivo e passivo i sindaci e i consiglieri dei comuni della provincia. Sul tema, intanto, è intervenuto l’attuale assessore provinciale al governo del territorio Leonardo Trento, per il quale vi sono tutte le condizioni positive perché i territori e i piccoli comuni possano fare sintesi attorno un percorso unitario sulla lista dei 16 consiglieri e sul nome di un candidato Presidente che sia espressione di tutte le realtà provinciali.
«Stiamo lavorando ad un progetto – ha spiegato Trento – che vuole essere di fatto alternativo a quello messo più o meno esplicitamente in campo in queste ore dalle grandi città. Un percorso costruito sui contenuti programmatici, sul metodo e sulla necessità di puntare ad una rappresentanza il più possibile diffusa nella provincia e lontana dalla semplice aritmetica che la nuova legge purtroppo rischia di premiare. Il balletto emerso in questi giorni di nomi e di ipotetiche alleanze tra grandi città, che in più di un’occasione in passato hanno dimostrato lontananza rispetto ai problemi dei territori, è parso – ha continuato l’assessore provinciale – più come un scarno atto dovuto, di quel sindaco o di quel partito politico, solo per uscire dal silenzio o per evitare di esser considerati latitanti rispetto all’imminente scadenza elettorale. In ogni caso non può certamente essere, quella emersa dalle dichiarazioni e candidature autonome di questi giorni, la strada corretta sulla quale convergere, a prescindere dal colore politico delle proposte. Serve che i territori stiano insieme. Noi crediamo – ha concluso Trento – ad un più esteso confronto su un progetto di più ampio respiro e più utile alle reali esigenze delle varie aree territoriali».
Pasqualino Bruno