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Furti sul territorio. Da Canna un appello al Prefetto. «Le famiglie hanno perso la tranquillità»

Continuano senza soluzione di continuità i furti nelle abitazioni: tra la gente serpeggiano paura e inquietudine e qualcuno si rivolge al Prefetto, sollecitando l’entrata in funzione della video-sorveglianza i cui lavori, (hanno interessato 8 comuni del comprensorio), sono sospesi ormai da anni. Da Canna a Roseto, da Oriolo a Rocca Imperiale, la sequela dei furti nelle case non si è mai interrotta. Anzi, col passare del tempo, i ladri diventano sempre più spavaldi e spesso irrompono nelle abitazioni in presenza delle famiglie, composte per lo più da poveri anziani che non possono ovviamente opporre alcuna resistenza. Su questo problema è tornato a farsi sentire Antonio Turchitto, ex capo-gruppo di Minoranza di Canna il quale, prendendo spunto dagli ultimi furti verificatisi nel suo paese nelle abitazioni dell’insegnante in quiescenza L.C. e del figlio avvocato G.G., ha rivolto un accorato appello al Prefetto Tomao sollecitando un suo autorevole intervento «teso ad attenuare – ha scritto Turchitto – lo stato di disagio e di malessere in cui i cittadini cannesi vivono le ore notturne a causa dei ripetuti furti nelle case.

A Canna, ma da quello che riporta la cronaca in tutti i paesi interni dell’Alto Jonio, – ha scritto Turchitto al Prefetto – c’è paura, disagio e insicurezza. Se si tiene poi conto che la popolazione è per lo più anziana, la cosa diventa ancora più ingiusta e inaccettabile. A breve – ha dichiarato l’esponente dell’estrema destra – mi attiverò per far presentare un’altra interrogazione parlamentare (la prima è stata presentata qualche mese addietro dall’on. Latronico) per sollecitare l’intervento del Ministro dell’Interno su problematiche così gravi per piccole comunità non avvezze a questo clima di diffusa illegalità e di violazione delle proprie mura domestiche».

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Per la verità l’esponente di estrema destra attribuisce buona parte della responsabilità alla presenza sempre più massiccia di “immigrati clandestini”, ma non è da sottovalutare, in questo contesto, l’assenza completa di un presidio militare in molti paesi dell’Alto Jonio, «anche se – ha chiosato Turchitto – la solerzia ed il senso del dovere delle Forze dell’Ordine spesso vengono vanificati da leggi che non consentono alla loro azione di essere efficace nel reprimere atti criminali ed allontanare dal territorio nazionale “i delinquenti d’importazione”. Ma l’affondo finale di Turchitto è rivolto a chi, nelle vesti di “controllati” (le imprese) e “controllori” (funzionari e politici) non si adopera per far entrare a regime la video-sorveglianza, già pronta, per la quale si sono spese preziose risorse pubbliche.

Pino La Rocca

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