Recuperare e rigenerare dei pezzi di storia del secondo conflitto bellico o del ventennio fascista, per renderli appetibili per il visitatore, nell’ambito del cosiddetto “turismo di guerra”. L’idea, che già non ha mancato di far storcere in naso a qualcuno sui social media, è di Patrizia Uva, presidente del gruppo consiliare misto del comune di Rossano. Il progetto della Uva, sarebbe quello di recuperare e inserire in una apposita segnaletica turistico-culturale sia le diverse casematte della Seconda guerra mondiale ancora rinvenibili sulle spiagge di Rossano, sia le scritte murali d’epoca fascista chiaramente visibili su qualche facciata del centro storico della città bizantina.
Per Uva, quindi, si potrebbe ripercorrere quello che avviene già in altre città italiane e straniere, come avviene ad esempio a Roma, con l’architettura fascista dell’Eur a Roma, che rappresenta un momento di attrazione anche turistica del tutto decontestualizzato dall’epoca e dal momento politico e ideologico di sua realizzazione.
«La storia lascia segni – ha dichiarato Patrizia Uva nel motivare la sua idea – che non si possono cancellare. Servono per ricordare, nel bene e nel male. E non solo. A volte simboli e segni del passato anche recente, oltre il significato ed il contesto socio-politico nel e per il quale sono stati originati, possono rappresentare un oggettivo valore aggiunto. E utile. Sia in termini di restauro conservativo urbano – ha continuato
Patrizia Uva, intanto, ha presentato la sua proposta all’assessore al turismo Guglielmo Caputo che ne vaglierà la fattibilità e la reale aderenza a un contesto come quello di Rossano.
Pasqualino Bruno