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Tra Alto e Basso Jonio niente collegamenti autobus. Disagi per raggiungere l’ospedale di Rossano

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«Come ci vado all’ospedale di Rossano e come mi vengono a trovare i miei parenti dal momento che mio figlio se n’è andato a Milano per ragioni di lavoro ed io non dispongo di un’auto con la quale potermi muovere? Vi siete accorti che non c’è alcun mezzo pubblico né per Rossano, né per Corigliano? Eppure siamo a quattro passi!». E’ la legittima domanda, equivalente ad una grave denuncia, di una signora anziana di Trebisacce che ha rifiutato il ricovero all’ospedale di Rossano perché tra la cittadina jonica e Rossano-Corigliano non c’è alcun collegamento diretto. Per non parlare dei paesi interni dell’Alto Jonio, ancora più lontani e isolati. I treni, quei pochi che ci sono rimasti, partono e si fermano alle stazioni, mentre di pulman neanche l’ombra. Sembra paradossale, ma in realtà è così: chi ha bisogno, per necessità sanitarie, di raggiungere l’ospedale-spoke di Rossano, o quello di Corigliano, è obbligato a possedere l’auto, altrimenti deve andare a piedi, oppure fare l’autostop. Triste destino dunque, quello dei poveri pazienti di questo territorio! In realtà Trebisacce è ben collegata con gli autobus con tutti i paesi dell’entroterra e del circondario, oltre che con tutti i paesi interni è ben collegata con Cassano, Castrovillari, Cosenza… ma non c’è alcun autobus che celleghi l’Alto Jonio con Corigliano e con Rossano dove sono allocati gli ospedali di riferimento.

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«Ma i nostri politici, – aggiunge questa signora – che hanno chiuso il nostro ospedale e ci hanno dirottati come pacchi postali verso i cosiddetti ospedali-spoke, si sono mai accorti di questa lacuna? Penso proprio di no, perché loro si muovono in auto e non sanno che c’è pure chi l’auto non la possiede perché non se la può permettere». In realtà, partendo da Trebisacce e dai paesi dell’Alto Jonio è più facile raggiungere con autobus di gran turismo le principali città italiane (Bari, Roma, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Genova, Venezia… e finanche la Germania, ma Corigliano e Rossano restano off-limits, sia in entrata che in uscita. Sembra incredibile ma è così: agli autobus di linea della Saj e della Ias è vietato attraversare il fiume Crati e sfociare nell’antica Calabria-Citra. Una lacuna, questa, che dovrebbe interrogare anche i fautori dell’area metropolitana che sta per nascere e a cui i paese dell’Alto Jonio guardano con grande interesse. Vero è che ci sono anche vincoli di territorialità per le imprese di autolinee per cui ognuno ha il suo bacino d’utenza ed il suo raggio di competenza e non può “invadere” il territorio altrui, ma il collegamento con gli ospedali, in un Paese normale, dovrebbe essere sempre garantito. Segno evidente che il nostro Paese tanto normale non è.

Pino La Rocca

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