Trebisacce Futuro, «sindaco bocciato dal revisore dei conti. L’esecutivo si dimetta»
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«Per tre volte rimandato e infine inesorabilmente bocciato». E’ la metafora scolastica, coniata da “Trebisacce Futuro” (la lista avversaria alle ultime elezioni) per il sindaco della città che, nelle presunte vesti di alunno poco studioso, sarebbe stato bocciato dal Revisore dei Conti nelle vesti di maestro dopo essere stato rimandato per tre anni consecutivi con la raccomandazione di: fare chiarezza sui debiti; non far pesare sui cittadini la grave situazione debitoria ed evitare di prendere in giro gli organismi di controllo.
Al di fuori della metafora la Minoranza, in una lunga nota rileva che: «Da maggio 2012 ad oggi l’esecutivo ha prodotto debiti per 2milioni di euro; -a dispetto delle raccomandazioni del Revisore non sono stati quantificati i debiti fuori bilancio; – ciò nonostante – si legge ancora – per ripianare quei debiti sono stati chiesti prestiti per circa 8milioni…senza dimostrare né di poter far fronte alle rate di ammortamento, né che le risorse prese in prestito siano state effettivamente spese per pagare i debiti».
Invece di fare i compiti assegnati, sempre secondo la Minoranza, l’esecutivo avrebbe alzato le tasse al massimo e, per far quadrare i conti, avrebbe previsto entrate dalla vendita di immobili per un importo di 5milioni attraverso una compravendita giudicata dallo stesso Revisore “di difficile riuscita”. Avrebbe inoltre inserito nelle entrate 1milione e 200mila euro come ristoro dalla S.S. 106 «proprio quella – si legge testualmente – che il sindaco ha sempre osteggiato e che ora torna utile per fare cassa». Non avrebbe inoltre ridotto la spesa corrente; non avrebbe ridotto gli emolumenti agli amministratori ed avrebbe in definitiva cercato di saldare debiti vecchi facendo debiti nuovi. «Alla luce di questo desolante quadro, – conclude Trebisacce Futuro – l’esecutivo in carica ed i partiti che lo sostengono, per evitare ulteriori danni, dovrebbero ammettere il fallimento politico e dimettersi. Cosa che, peraltro, la cittadinanza sta chiedendo a gran voce».
Pino La Rocca