Sono 52.848 (il 7%) le persone che nella provincia di Cosenza sanno di avere il diabete. Il loro numero è destinato ad aumentare a causa di sovrappeso, obesità e scarsa attività fisica. Una corretta alimentazione (meno pasta, pane e dolci, più frutta e verdura) ed esercizio fisico, infatti, possono prevenire le complicanze dovute al diabete (arterie e capillari, ictus, infarti, ischemie, problemi seri agli occhi, ai reni, ai piedi).
Nel 2012 in provincia di Cosenza 528 persone sono state in ospedale a causa di tali complicanze. Per ridurre i rischi sono poche le risorse di cui hanno bisogno: accesso – quando necessario – a medici e team specialistici, educazione sanitaria, accesso ai farmaci e all’autocontrollo della glicemia. Grazie a questo tra il 2001 e il 2010, i ricoveri per complicanze sono scesi in Calabria del 56%, ma le quasi 140mila persone malate di diabete si aspettano una migliore assistenza: alcuni centri sono stati spostati o eliminati, la distribuzione dei presidi è da ottimizzare, si registrano lamentele per i microinfusori, i diabetologi sono pochi, e pochissimi lavorano in team. In alcuni centri si attendono anche sei mesi per una visita.
Associazioni e società scientifiche sottolineano che «il diabete in sé non è un costo per la collettività, ma lo diventa se le persone non ricevono dalla Regione i supporti necessari». Guai, dunque, a tagliare sulle risorse a tutela della salute.
Federica Grisolia