Francavilla, trovato cadavere carbonizzato. Ancora ignote le cause
Ancora niente di preciso sulle cause che hanno spinto A.G. 62 anni, residente a Sibari dove gestiva un autolavaggio, sposato e padre di due figli, ad allontanarsi da casa per diversi chilometri, a cospargersi di liquido infiammabile e a darsi fuoco scegliendo come scenario naturale il greto del torrente Raganello nel comune di Francavilla M. Il fatto si è verificato nella giornata di venerdì ma il suo ritrovamento è avvenuto in tarda serata da parte dei suoi stessi familiari che, non vedendolo rincasare, si sono messi alla sua ricerca e lo hanno trovato già morto per le gravi ustioni riportate. Sono stati loro stessi, dopo la macabra scoperta, ad avvertire i Carabinieri di Francavilla Marittima che, al comando del maresciallo Leonardo Di Leo e coordinati dal Comando Stazione di Castrovillari diretto dal Cap. Antonio Leotta, sono intervenuti sul posto quando ormai non c’era più nulla da fare. Ignote al momento le cause del suo gesto estremo di cui forse si saprà qualcosa in più preciso a partire domani, lunedì, data in cui il Magistrato ha disposto l’autopsia su quello che resta del suo corpo carbonizzato che attualmente si trova presso l’obitorio di Cassano Jonio. Sul movente forse potrà aggiungere qualcosa in più anche il racconto dei familiari, ma era quasi scritto che il povero A.G. finisse i suoi giorni dandosi fuoco dopo essersi cosparso di liquido infiammabile perché, da quanto si è appreso, pare che il povero A G. avesse già provato un’altra volta a compiere lo stesso gesto disperato e pare anche che un suo zio qualche anno addietro abbia finito i suoi giorni allo stesso modo dopo aver lottato tra la vita e la morte presso il centro grandi ustionati del Cardarelli di Napoli. Ovviamente quelle degli inquirenti saranno solo ipotesi, perché le cause reali del suo disperato gesto resteranno per sempre affidate all’imperscrutabile mente di chi ha deciso di porre fine alla propria esistenza in modo così atroce.
Pino La Rocca