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Omicidio Luca Bruni, arrestati due esponenti della ‘ndrangheta cosentina

Foto di repertorio

Gli assassini di Luca Bruni sarebbero degli esponenti della ‘ndrina cosentina. Nella mattinata di oggi (25 novembre ndr) i carabinieri del reparto operativo del comando provinciale di Cosenza hanno dato esecuzione a provvedimenti di fermo nei confronti di M. R., 38 anni (sottoposto a sorveglianza speciale) e A. F., 29 anni,  entrambi esponenti di punta di una delle cosche di Cosenza. I due sono gravemente indiziati per i reati di concorso in omicidio pluriaggravato, porto e detenzione illegale di armi e occultamento di cadavere (tutti aggravati dalle metodologie mafiose) nei confronti di Luca Bruni, di cui si sono perse le tracce quasi tre anni fa.

I provvedimenti sono stati emessi sulla scorta delle indagini coordinate dal Procuratore Lombardo, dal Procuratore aggiunto Bombardieri e dal sostituto procuratore Bruni e condotte dal Nucleo investigativo del reparto operativo. L’attività d’indagine è stata avviata in concomitanza con  la denuncia della scomparsa di Luca Bruni, avvenuta il 3 gennaio del 2012. L’uomo, che era stato scarcerato poco prima, aveva acquisito un ruolo di vertice all’interno della cosca di riferimento e cercava di ampliare il raggio d’azione degli interessi illeciti del suo gruppo criminale. Questo suo tentativo di allargare il volume degli affari è apparso in netto contrasto con i patti già stabiliti tra altre cosche del territorio. Bruni, secondo l’attività di indagine (che ha beneficiato anche del contributo di alcuni collaboratori), è stato ucciso perché vittima di un tranello. In particolare, l’uomo, fidandosi di alcuni dei fermati, era convinto  di partecipare a un incontro al vertice dell’organizzazione mafiosa, ma gli stessi, secondo gli inquirenti, lo hanno ucciso esplodendo al suo indirizzo dei colpi d’arma da fuoco e occultandone il cadavere.

Gravi indizi, in merito alla scomparsa di Luca Bruni, sono stati raccolti anche nei confronti del 47enne F. B. (attualmente detenuto per altri motivi) e del 40enne D. L., ricercato dalle forze dell’ordine. I fermati sono stati tradotti presso la casa circondariale di Cosenza.

Pasqualino Bruno

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