Cosenza, rapinato e ucciso nel lontano 2005. Scovato uno dei presunti assassini
E’ stato catturato uno dei probabili assassini di Giuseppe Caloiaro, ucciso il 16 marzo del 2005. Nel corso della nottata tra il 30 novembre e il primo dicembre, i carabinieri del comando di Cosenza principale hanno fermato, con l’accusa di omicidio volontario aggravato in concorso e occultamento di cadavere, G. C. S., trentaquattrenne rumeno senza fissa dimora e volto noto alle forze dell’ordine. Contestualmente sono stati denunciati in stato di irreperibilità altri tre complici rumeni: il trentaduenne F.T., il trentasettenne M.F e D.G, di ventotto anni, i quali dovranno rispondere degli stessi reati.
L’attività dei militari dell’arma (coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, dottor Bruno Antonio Tridico e dirette dal Procuratore Capo, dottor Dario Granieri) ha permesso di ricostruire l’intera vicenda e le ultime ore di vita della vittima. Le indagini, infatti, hanno appurato che Giuseppe Caloiaro ha dapprima accompagnato la madre con la propria autovettura all’ospedale civile dell’Annunziata, per poi recarsi nei pressi del ponte “Mancini” di Cosenza, dove aveva un appuntamento con i suo carnefici, i quali gli avrebbero procurato una badante dietro compenso. Giunto vicino al centro d’accoglienza Oasi Francescana (dove i rumeni dimoravano) i quattro sono saliti sull’autovettura e uno di questi si è seduto al lato guida, con l’intento di portalo a conoscere la donna. Ma in zona “Molino Irto” uno degli assassini, seduto sul sedile posteriore, con un cappio ha bloccato la vittima, mentre quello che era alla guida gli ha intimato di consegnargli il denaro e le carte di credito con relativo codice PIN. Fatto ciò, quest’ultimo ha colpito a morte l’uomo al collo con una lama. I quattro, in primis hanno gettato il corpo in una scarpata dopo di che hanno tentato di incendiare l’autovettura, scappando a piedi. Rientrati al centro di accoglienza, si sono dati alla fuga, facendo perdere le loro tracce.
A distanza di quasi dieci anni, nel corso della giornata di ieri, a seguito di ininterrotte ricerche in ambito nazionale e internazionale condotte dai carabinieri di Cosenza, G. C. S. è stato rintracciato in provincia di Verona e, una volta definito il quadro probatorio, l’uomo è stato trasportato nel capoluogo bruzio dove i militari lo hanno arrestato e accompagnato presso la casa circondariale di Cosenza. Sono in corso ora le indagini finalizzate al rinvenimento del cadavere.
Pasqualino Bruno