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Rossano, precari Comune senza stipendio. Antoniotti chiede aiuto al Premier Renzi

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RossanoGiuseppe Antoniotti, sindaco di Rossano, prende carta e penna e scrive al premier Renzi in merito alla vertenza dei precari Lsu-Lpu calabresi. Il primo cittadino, infatti, ha preso questa decisione per provare a riscuotere dei crediti (o una parte) che l’amministrazione del basso jonio vanta dal Governo, al fine poi di pagare, con una parte di quei soldi, i precari che prestano servizio all’interno del comune di Rossano.

Nella parte iniziale della missiva che Antoniotti ha inviato al Premier Renzi, il sindaco  ha puntualizzato che «Da oltre una settimana mi trovo a dover far fronte alla protesta di 150 operatori, appartenenti al bacino dei lavoratori socialmente utili e della pubblica utilità, in forza all’organico municipale. Ad oggi, questi operatori, nelle eccezioni più “fortunate”, vantano un credito di due mensilità. Una situazione di per sé grottesca – ha spiegato il sindaco – se si considera che ancora, a distanza di oltre 15 anni dalla messa in attività di questi lavoratori, non si riesce a storicizzare uno specifico capitolo di spesa, aggravata dal totale e completo disinteresse che il Governo centrale continua a dimostrare nei confronti degli enti locali, dei comuni e di questi lavoratori. ».

Antoniotti, successivamente, ha incalzato il premier. «Il comune di Rossano, quasi con tempi da strozzinaggio, ha dovuto, da un lato, mettersi in pari con i suoi conti, pena sanzioni e provvedimenti coercitivi, e dall’altro rimanere in attesa, questa volta però da tempi biblici, per vedersi pagati crediti riconosciuti dal Governo per un ammontare di quasi 7 milioni di euro. Cifra che se accreditata, anche in parte, avrebbe permesso al nostro Ente di anticipare, per l’ennesima volta, i salari ai suoi 150 precari anomali, evitando, così, disagi ai cittadini e le comprensibili frustrazioni di tanti lavoratori, padri e madri, che, per colpa delle Istituzioni, non riescono a garantire il sostentamento alle loro famiglie».

Infine, Antoniotti ha chiesto al premier «un sussulto di orgoglio, una presa di coscienza di cuore, la possibilità di essere, almeno per una volta, consequenziale alle buone intenzioni dimostrate: faccia il possibile per garantire dignità a questa gente, affinché possano trascorrere le festività con la stessa serenità dovuta a chi quotidianamente esce di casa, lasciando i suoi affetti, per onorare il proprio servizio, seppur anomalo e privo di qualsiasi diritto, verso lo Stato».

Pasqualino Bruno

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