Da allora scoppia la protesta. I “sì”, contro “i no”. In prima fila contro il funzionamento della centrale, il Forum Stefano Gioia e le Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la tutela della Legalità e del Territorio, secondo cui essa è “illegale e dannosa per la salute dei cittadini e dell’ambiente”. Ed ora a schierarsi al loro fianco sono anche i coordinamenti regionali Calabria e Basilicata di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, che – in una nota – esprimono «forte preoccupazione e contrarietà verso una scelta che lederebbe la salubrità e la biodiversità del Parco Nazionale del Pollino». «L’ambiente – scrivono – è un bene da tutelare e preservare come la salute dei cittadini; riteniamo perciò che la riapertura della Centrale a Biomasse dell’Enel possa determinare una situazione a rischio per gli abitanti della Valle del Mercure». «Già in precedenza – si legge nella nota – nei comuni di Viaggianello (PZ) e Rotonda (PZ) sono stati denunciati danni alla salute dei cittadini e gravi ripercussioni ambientali e alle coltivazioni circostanti. Ancora oggi, nonostante le richieste da parte dei Vertici internazionali dell’International Society of Doctors for Environment (ISDE) e del Presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Potenza, non si ha disponibile una Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS). A ciò si aggiunge la mancata bonifica – disposta da circa dieci anni dalla Procura di Castrovillari – da parte di Enel, dell’area della centrale, a causa dell’interramento illegale di materiali tossici e cancerogeni. Infine – concludono i rappresentanti di “Libera” Calabria e Basilicata – segnaliamo con forza e preoccupazione il pericolo, denunciato anche di recente dagli organi di informazione nazionali e locali, delle possibili infiltrazioni da parte della criminalità organizzata».
Federica Grisolia