Una crisi che, già da questa estate, ha prodotto i suoi effetti nel settore ortofrutticolo. E allora da dove ripartire? Molinaro non ha dubbi: il punto di forza è il marchio IGP “Clementine di Calabria”. «Ogni omologazione con clementine “smarchiate” e quindi indistinte, rappresenta – secondo il presidente Coldiretti – uno degli anelli deboli e lo “scandalo per eccellenza” che compromette qualità e competitività a vantaggio di altri». La Calabria produce il 60% della produzione italiana di clementine e una percentuale troppo alta di clementine anonime viene immessa sul mercato.
Ma c’è di più. Molinaro continua con un’analisi autocritica, soffermandosi «sull’utilizzo delle risorse provenienti dai Piani Operativi appannaggio delle strutture associative e della cooperazione, trattenuti direttamente alla fonte. E’ arrivata l’ora – dichiara il Presidente – che vengano rimodulati secondo le nuove esigenze e questo è un obbligo per le strutture associative».
Altro punto di forza sta nella cooperazione e nel gioco di squadra con le istituzioni. Gli agricoltori devono diventare protagonisti, essere arbitri e artefici del loro futuro e non essere considerati semplici fornitori di prodotto delegando, ad altri, ruoli e responsabilità. «Il PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2014-2020 – conclude Molinaro – deve dedicare risorse e attenzione a questo comparto. La madre delle battaglie è la difesa dell’italianità: questa è la chiave del successo».
Federica Grisolia