Se da un lato il problema del randagismo vige a Cassano Ionio, il canile costa 160 mila euro l’anno, dall’altro non è un bel periodo nemmeno per i cani che vivono adottati in famiglia. È successo nella notte di venerdì, il cane di proprietà di una famiglia di Lauropoli è stato avvelenato. Il veterinario, intervenuto sul posto per gli accertamenti di rito, ha detto che il veleno usato dovrebbe essere del tipo utilizzato per debellare le lumache e i topi. L’intero quartiere, della popolosa zona residenziale cassanese ha cani regolarmente denunciati che stanno in giardino, quindi non si capiscono le motivazioni del gesto nei confronti di un povero cane tenuto da anni da questa famiglia, che non ha motivo di pensare a ritorsioni personali, né tantomeno contro l’animale stesso poiché educato al senso civile e non ha mai dato fastidio.
“In questo periodo” dicono dall’associazione Salvazampe, della presidente Felicia Laurito, che da anni si occupa dell’adozione e recupero dei cani randagi sul territorio “noi ci siamo mossi direttamente al fine di sensibilizzare al problema con video, volantinaggio e ogni altro mezzo in nostro possesso, proprio a causa dei vari abbandoni e degli avvelenamenti che si sono verificati nel tempo”. “L’associazione” dice ancora la giovane Laurito “tra l’altro si sente indignata poiché non avendo certezza del colpevole non possiamo porre denuncia e non capiamo cosa possa aver spinto ad infierire contro un essere indifeso”.
“Richiamiamo, pertanto” conclude “l’attenzione pubblica su questo vero e proprio dramma di una società civile, poiché la situazione è divenuta ingestibile”. I numeri: “passiamo le giornate ad accudire cani e cercare di promuovere adozioni, solo nelle ultime 2 settimane infatti sono 5 i cani adottati, ma trovare cani impiccati o avvelenati ci rattrista, perché tutto il lavoro svolto diventa inutile se ancora non vengono rispettate le vite degli animali che sono essere indifesi”.
Caterina La Banca