In particolare, la fiera di Terranova da Sibari in Provincia di Cosenza, che, ancora oggi, si svolge il 13 giugno (il giorno di San Antonio) rappresentava una grande occasione per vendere tantissime cipolle. Secondo alcune testimonianze, veniva considerata proprio “la fiera delle cipolle di Castrovillari”. La cipolla veniva trasportata presso i mercati con carri a trazione animale (i “traini”). Gli agricoltori più anziani ricordano che era praticato anche un baratto tra i Produttori di Cipolla di Castrovillari in Provincia di Cosenza e i pastori di Terranova di Pollino in Provincia di Potenza. Questi ultimi, con gli asini, trasportavano il formaggio e lo scambiavano con le cipolle dei Castrovillaresi. Tale scambio avveniva a metà strada sulle montagne, ai confini tra Calabria e Basilicata che oggi rappresenta il cuore del Parco Nazionale del Pollino. L’area di coltivazione ricadeva in diverse contrade irrigue in agro del comune di Castrovillari in provincia di Cosenza. La superficie complessiva investita era di alcune decine di ettari.
I produttori che, per fortuna, ancora oggi continuano a coltivare questo ecotipo di Cipolla su piccolissimi appezzamenti di terreno, sono circa 20 e, la superficie complessiva dedicata a questa coltura per l’intera area si è ridotta a circa un ettaro. Il seme di questa cipolla si raccoglie generalmente, come nella tradizione, il 16 luglio, il giorno della Madonna del Carmelo. Il semenzaio (pruvinu), sempre nel rispetto della tradizione, si prepara entro il 5 di agosto, rigorosamente in fase di luna calante e, le piantine sono pronte per il trapianto ai primi di novembre. La raccolta delle prime cipolle fresche per il consumo, comincia a fine febbraio e continua fino a giugno, le cipolle mature a fine ciclo si raccolgono a luglio. Infatti, in questi periodi, la Cipolla di Castrovillari, si può trovare, in diverso stato di accrescimento dei bulbi, al mercatino ortofrutticolo di Corso Garibaldi a Castrovillari. Il Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 dell’ARSAC di Castrovillari, allo scopo di valorizzare e rilanciare questo ecotipo locale di cipolla, ha avviato una collaborazione con il CRA-Unità di Ricerca per l’Orticoltura di Montanaso Lombardo (Lodi). Campioni di bulbi di Cipolla di Castrovillari, provenienti da cinque aziende produttrici dell’area di coltivazione sono stati sottoposti ad analisi per verificare il grado di pungenza. Questo carattere di notevole importanza, in considerazione delle mutate abitudini alimentari che portano a preferire un prodotto dolce e poco pungente, potrebbe inoltre essere utilizzato quale indice per determinare la tracciabilità del prodotto a protezione di eventuali marchi di qualità.
Pertanto, questo ecotipo di cipolla, se opportunamente valorizzato dal punto di vista genetico e migliorato nella tecnica di produzione, oltre che all’integrazione del reddito di molte famiglie di piccoli coltivatori, può portare all’affermazione di un’agricoltura a basso impatto ambientale e una salvaguardia della biodiversità. Inoltre, potrebbe rappresentare una occasione per la creazione di nuovi redditi anche per le giovani generazioni. Infatti, le tecniche di coltivazione di questa ed altre specie orticole, permettono una organizzazione aziendale del lavoro concentrato in un periodo limitato nell’anno e, per questo, tali produzioni potrebbero rivelarsi più allettanti per i giovani. Per queste ragioni, è necessario che le Istituzioni locali e Regionali preposte alla valorizzazione e al rilancio dei prodotti tipici locali, investano quelle modeste quantità di risorse economiche necessarie al finanziamento di progetti di recupero e valorizzazione di questo eccellente ecotipo locale di Cipolla.
Luigi Gallo
(ARSAC-Centro di Divulgazione Agricola (Ce.D.A.) n. 2 del Pollino-Castrovillari)