Ieri una grande marcia – la più grande della storia della Francia – è stata la risposta del mondo al sangue. Oltre due milioni di persone si sono radunate in Place de la Republique, a Parigi; presenti, inoltre, capi di Stato e di governo europei e internazionali.
E una fiaccolata è stata anche la risposta di Rocca Imperiale, un paese così lontano dalla Francia, ma vicino contro violenza, intolleranza, e fanatismo religioso. Un gruppo di cittadini, dopo aver lanciato l’idea su Facebook, si è riunito spontaneamente e ha sfilato per le vie del centro storico. Senza differenze di cultura, religione, colore della pelle, accompagnati solo dalla luce, e da un unico messaggio di accoglienza, dialogo e tolleranza. Quella luce che rappresenta la coscienza civile, l’unica che può rendere migliore il mondo, e che ricorda le dodici vittime uccise dai terroristi, i cui nomi sono stati letti durante la fiaccolata. Per ogni nome una storia, un volto, una famiglia. Un’emozione scalfita dalla paura, percepita attraverso gli occhi di un cittadino francese di origini rocchesi, da anni residente in Francia, che era presente con la sua fiaccola al fianco di chi ha perso la vita per aver espresso la propria libertà e aver usato, come unica arma, una matita.
Federica Grisolia