La gente, infatti, al momento dell’emergenza si fa prendere dal panico e corre verso il PPI, sia perché è più vicino, sia perché pensa che continui ad essere l’avamposto dell’ospedale. In realtà il PPI, con un solo medico e un solo infermiere, costretti a fronteggiare le emergenze con le mani nude, rappresenta il classico specchietto per le allodole tanto che, alla luce di quanto sta succedendo, forse è meglio chiuderlo. La morte dell’anziano di Roseto, anch’essa presuntivamente attribuita alla responsabilità dei medici, ha comunque ridato attualità al problema. Tutti pensano che ormai sia maturo il tempo per la tanto attesa svolta anche perché siamo in presenza di due fatti nuovi: l’avvicendamento politico alla Regione, con il presidente Oliverio che ha pubblicamente criticato la chiusura degli ospedali ”di confine” e la imminente pronuncia del Consiglio di Stato. Tutti col fiato sospeso, dunque, in attesa di questi due eventi, nella speranza però che la classe politica si faccia sentire e che nel frattempo non si allunghi ulteriormente la catena dei morti.
Pino La Rocca