La carovana, accompagnata dai dirigenti della Cgil nazionale Carlo Baldini e Nicola Marongiu, ha fatto tappa anche nel nord Calabria. «Recuperare le risorse economiche erose dalla corruzione, dall’evasione fiscale, dagli affari illeciti delle mafie – si legge in una nota della segreteria Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno – è ciò che serve al Paese per ripartire, recuperando la dignità di un popolo disilluso, accecato dagli annunci e stretto dalla morsa dei tagli alla spesa pubblica».
Tre le mete scelte. Il cantiere della Italsarc sull’autostrada Salerno/Reggio Calabria, a Mormanno, per un’analisi sui risultati prodotti dal protocollo di legalità vigente. «Evitare infiltrazioni della criminalità organizzata, controllo degli accessi, verifica puntuale della regolarità contributiva e retributiva per tutti i lavoratori impegnati sull’opera sono – sottolinea la segreteria della Cgil – tra i risultati conseguiti grazie alle “buone pratiche” prodotte».
Il furgoncino bianco ha poi raggiunto la tendopoli di Schiavonea, in cui braccianti agricoli vivono in condizioni drammatiche, già denunciate dal sindacato, secondo cui «la società non è riuscita a programmare nemmeno buone pratiche di accoglienza, garantite, tra mille sforzi, solo dalle associazioni presenti sul territorio».
Il viaggio si è concluso, infine, con un’iniziativa su “Legalità, sviluppo e lavoro” a Cassano all’Ionio, presso la comunità di recupero Saman, alla presenza del sindaco, Gianni Papasso, e di Don Attilio Foscaldi, presidente associazione antiusura, per affermare che «il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata e il miglioramento della normativa vigente in materia devono essere tra gli strumenti da utilizzare in maniera più efficace».
«Bisogna agire subito – questo il messaggio della Cgil – affinché la legalità venga percepita come condizione necessaria per far ripartire il Paese una volta per tutte».
Federica Grisolia